Bollette, paghiamo il nucleare per non averlo (ma lo abbiamo ancora)

Di Redazione FinanzaNews24 2 minuti di lettura
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(Money.it) Tra le voci in bolletta ci sono anche quelli relative al finanziamento della messa in sicurezza dei rifiuti radioattivi. Dopo il 1987, quando con un referendum gli italiani hanno deciso per la chiusura delle centrali nucleari, si tenta di trovare una locazione per i rifiuti radioattivi. Nel 1999 è nata la società pubblica incaricata di smantellare nucleari e di mettere in sicurezza i rifiuti radioattivi. La Sogin avrebbe dovuto finire i lavori nel 2019, ma siamo nel 2023 e in molti casi la messa in sicurezza dei materiali radioattivi non è ancora iniziata. Costo di questa operazione non conclusa? 3,7 miliardi di euro pagati tramite la bolletta elettrica degli italiani.

Non solo i lavori non sono conclusi e li stiamo pagando noi, ma per ogni anno di ritardo è previsto un aumento dei costi. È stato calcolato che per finire i lavori saranno necessari altri 13 anni e almeno 120 milioni di euro per ogni anno di ritardo. Alla conclusione dei lavori la spesa complessiva di questi sarà di quasi 8 miliardi di euro. La verità è che non è realisticamente possibile stimare i costi, che secondo alcuni saranno molto più alti.

Ma come è possibile che paghiamo ancora oggi un nucleare che non abbiamo, se non negli scarti e in centrali non più in uso? L’inchiesta di Milena Gabanelli per Dataroom ne ha delineato le responsabilità.

Messa in sicurezza dei rifiuti radioattivi: pochi passi avanti


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