Lo rende noto il premier Mario Draghi, intervenendo all’evento dal titolo “Lavoro ed Energia per una transizione sostenibile”.
Il governo è pronto a intervenire di nuovo per arginare il caro bollette. Per limitare i rincari nel breve periodo e aiutare in particolare le famiglie più povere, abbiamo stanziato 1,2 miliardi di euro a giugno e oltre 3 miliardi a settembre. Interveniamo in legge di bilancio e siamo pronti a continuare a farlo, con particolare attenzione per le fasce più deboli. Abbiamo chiesto alla Commissione europea di studiare soluzioni di medio periodo, ad esempio sul tema dello stoccaggio, per limitare le fluttuazioni di prezzo e i rischi per imprese e cittadini. Nella sfida della transizione ecologica dobbiamo essere aperti a tutto, immaginare quel che è oggi impossibile diventi possibile domani: il panorama delle innovazioni mondiali che vanno a compimento in ogni momento nel mondo è straordinaria, non ci sono confini alle nostre capacità di affrontare questa sfida che è esistenziale, però dobbiamo continuare a lavorare insieme”.
Draghi informa la popolazione che è stato chiesto alla Commissione europea di studiare soluzioni di medio periodo, ad esempio sul tema dello stoccaggio, per limitare le fluttuazioni di prezzo e i rischi per imprese e cittadini: “Un buon sistema di relazioni industriali è fondamentale per promuovere una crescita davvero equa e sostenibile. C’è bisogno di cooperazione costante tra industria, istituzioni, sindacati Questo confronto deve allargarsi al mondo della scuola, dell’università e della formazione. Per aiutare i lavoratori di oggi e quelli di domani. Il manifesto di oggi è un ottimo esempio di come gestire questa collaborazione. Avete dialogato in modo schietto, pragmatico, inclusivo. Avete valorizzato il lavoro di atenei ed enti di ricerca, che sono motori di sviluppo e innovazione. La transizione ecologica non presenta solo pericoli, ma anche opportunità e l’Italia deve attrezzarsi per coglierle. Dobbiamo puntare a entrare nei segmenti più innovativi del mercato, come la produzione di batterie. Crearne di nuovi, in risposta ai bisogni che emergeranno da imprese e consumatori. Sviluppare e adottare tecnologie all’avanguardia, ancora non pienamente sfruttate. Lo Stato deve fare in modo che i rischi della transizione si trasformino in occasioni di crescita. “Nel settore dell’energia, molte delle tecnologie più promettenti hanno costi fissi elevati, e richiedono investimenti sostanziosi in ricerca e sviluppo o in infrastrutture. Il settore pubblico deve contribuire a queste spese, che non possono essere coperte solo dalle aziende. Dobbiamo investire in formazione, per garantire maggiore mobilità ai lavoratori. E sostenere i giovani che entrano sul mercato del lavoro, perché sviluppino le competenze giuste. Il Pnrr interviene su tutti questi aspetti. Ampliamo la nostra capacità di produzione di energia rinnovabile, dall’agro-voltaico al biometano. Stanziamo più di tre miliardi e mezzo per la filiera dell’idrogeno, su cui investiamo anche a livello europeo. Miglioriamo i legami tra università e impresa, sosteniamo le start-up innovative, promuoviamo i partenariati tra enti di ricerca e aziende. Potenziamo il sistema degli Istituti Tecnici Superiori e rafforziamo le competenze nelle materie tecnico-scientifiche di ragazze e ragazzi”.