(BorsaeFinanza.it)
La Bank of Japan (BoJ) potrebbe presto annunciare una nuova era con la fine dei tassi negativi. In una recente intervista il governatore della Bank of Japan, Kazuo Ueda, ha dichiarato che entro la fine del 2023 la Banca centrale potrebbe avere a disposizione informazioni sufficienti per invertire la rotta ultra-espansiva seguita finora nella politica monetaria.
Il mercato attendeva questo segnale da molto tempo, da quando cioè Ueda ha preso le redini della BoJ ad aprile 2023 succedendo a Haruiko Kuroda. Gli opinionisti e gli investitori si aspettavano un cambiamento radicale con l’avvicendamento al vertice. Così non è stato. Al contrario Ueda ha più volte ribadito che la politica monetaria sarebbe rimasta accomodante per stimolare la crescita ed evitare che il Giappone ripiombasse nel calvario della deflazione. La conseguenza di questa politica è stato l’indebolimento dello yen fino al punto di spingere il governo a dichiararsi pronto a intervenire per evitare una crisi valutaria che danneggerebbe l’economia della nazione.
BoJ: l’impatto dei commenti di Ueda sul mercato
Le dichiarazioni del governatore della BoJ hanno risvegliato lo yen che ha riguadagnato oltre un punto percentuale rispetto al dollaro USA. “Sembra che i commenti di Ueda avessero lo scopo di fermare lo scivolamento dello yen contro il dollar” ha affermato Takehiko Masuzawa, responsabile commerciale di Phillip Securities Japan: “I suoi commenti hanno funzionato quasi allo stesso modo di quelli datti dal governo”. Negli ultimi giorni il governo giapponese aveva ventilato la possibilità di intervenire direttamente nel mercato valutario, come già avvenuto a settembre e ottobre dello scorso anno.
L’impatto dei commenti del governatore si è visto anche nel mercato azionario, con i titoli finanziari che hanno guadagnato terreno. L’indice Topix Banks è salito del 4,69% a 263,83 punti, massimo dal 2008, con i principali istituti di credito della nazione – Sumitomo Mitsui Financial Group, Mitsubishi UFJ Financial Group e Mizuho Financial Group – in rialzo di oltre il 4%. A spingere le azioni delle banche è la prospettiva che i tassi d’interesse in aumento accrescano i profitti derivanti dall’intermediazione creditizia che ne rappresenta il core business. È quanto già avvenuto negli Stati Uniti e in Europa, dove le banche hanno generato grandi profitti grazie all’aumento del margine di interesse. L’ottimismo sul settore bancario è confermato da Amir Anvarzadeh, strategist di Asymme
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