A raccogliere i dati del triste fenomeno è la LONG internazionale Bullying Without Borders e l’Osservatorio internazionale sul cyberbullismo che ha condotto uno studio su questi fenomeni.
Il rapporto Bullismo senza frontiere
Tra gennaio 2021 e febbraio 2022 sono stati recentemente pubblicati i risultati del rapporto Bullismo senza frontiere, in cui si afferma che l’Italia ha registrato 19.800 casi negli ultimi due anni.
Il Covid e la pandemia hanno contribuito all’aumento di questi fenomeni, in particolare del cyberbullismo?
Purtroppo la risposta è stata positiva e, infatti, un adolescente su due è stato vittima di bullismo o cyberbullismo.
Nello specifico, le forme più comuni sono il “Body shaming”, che letteralmente significa “vergognare il proprio corpo” ed è una vera e propria forma di bullismo (o cyberbullismo se avviene attraverso i social network), poiché mira a danneggiare gli altri in quanto una persona che non è in grado di tutelarsi subisce l’atto di essere ridicolizzato o discriminato per il suo aspetto, per il modo in cui è o per la sua condizione fisica.
Più in generale diventa un attacco non solo al corpo ma alla persona e alla sua personalità. Il body shaming è ovunque: nei media, sul posto di lavoro, in famiglia, a scuola e persino tra amici.
Una questione di fat-shaming
Un’altra tipologia individuata nel corso dell’indagine è ilfat-shaming, ovvero l’umiliazione di persone considerate grasse. Ci sono ancora molti casi di comunicazione in cui il grasso viene dipinto come una delle cose peggiori che possono capitare a uomini e donne.
Un corpo grasso è fondamentalmente rappresentato solo in un modo: goffo, pigro e ridicolo.
Purtroppo essere grassi è visto come un difetto, una debolezza, una caratteristica che rende divertente una persona, oggetto di battute ironiche, perché essere grassi è una scelta (secondo lo stigma culturale in cui viviamo) ed è per questo che tutti sembrano poter essere aggressivi sull’argomento.