Senza fermare la crisi climatica, sarà impossibile invertire la continua perdita di biodiversità. Questo il messaggio è stato detto a Sharm el-Sheikh, dove si sta svolgendo la COP27 sul clima.
Una delle prime tematiche affrontate è proprio la tutela della diversità biologica
Non invano: tra poche settimane, il 7 dicembre, inizieranno i lavori per la COP15, il vertice internazionale sulla biodiversità, che si terrà a Montreal e mira a firmare l'”Accordo di Parigi” sulla natura.
Un messaggio che aumenta la pressione sui negoziatori ancora lontani dal raggiungimento di un accordo e che sembra neanche lontanamente avvicinarsi all’accordo universale tanto sognato, come si evince dalla prima bozza della decisione in prima pagina pubblicata questa mattina. Ed è stato lanciato non solo da attivisti e organizzazioni non governative, ma anche dagli artefici dell’Accordo di Parigi.
Non c’è modo di limitare il riscaldamento globale a 1,5°C senza proteggere e ripristinare la natura
Solo adottando misure urgenti per fermare e invertire la perdita di natura di questo decennio, continuando a intensificare gli sforzi per decarbonizzare rapidamente le nostre economie, possiamo sperare di mantenere la promessa dell’accordo di Parigi. Per essere chiari: raggiungere emissioni zero entro il 2050 è possibile solo se agiamo ora per raggiungere un atteggiamento pubblico positivo nei confronti della natura”, scrivono nell’appello. Firmato in particolare da Laurent Fabius, Presidente della COP21 a Parigi, dall’ex segretario esecutivo dell’UNFCCC Christiane Figueres e da Laurence Toubiana, Ambasciatore francese per i cambiamenti climatici e Rappresentante speciale per la COP21.
Perché la COP27 abbia un impatto positivo sul vertice di Montreal e contribuisca alla lotta contro la perdita di biodiversità, sottolinea la lettera, il vertice in Egitto “deve andare oltre riconoscendo il ruolo fondamentale della natura come parte della soluzione climatica e catalizzatore di soluzioni concrete “azione per proteggere e ripristinare la natura a beneficio di tutti”. Ciò dovrebbe aggiungere un tassello concreto al riconoscimento del ruolo della natura nella crisi climatica, espresso per la prima volta a Madrid nel 2019 e ribadito lo scorso anno a Glasgow.