(Money.it) Senza dubbio la bestemmia è un’espressione poco elegante che può offendere l’altrui sensibilità o moralità, oltretutto il nostro ordinamento garantisce e tutela la libertà di culto e di religione, perciò ci si chiede se la bestemmia sia un reato. È però altrettanto vero che l’Italia è un paese laico, in cui la religione non è fondamentale a livello giuridico. Vediamo allora com’è trattata questa materia dalle legge e cosa rischia chi bestemmia.
Bestemmiare è un reato?
Chiedersi se bestemmiare sia un reato è assolutamente lecito, considerando che vi è un vero e proprio affronto alla sensibilità altrui, oltre che un’offesa alla fede religiosa, pur trattandosi di uno dei diritti costituzionalmente garantiti ai cittadini. L’Italia, peraltro, conta una forte predominanza religiosa tra i cittadini, anche se meno del passato. Ciononostante, il nostro ordinamento è di tipo laico, perciò la considerazione della bestemmia, dal punto di vista legale, è decisamente pragmatica.
Oltretutto, bestemmiare è stato un reato fino al 1999, disciplinato dall’articolo 724 del Codice penale. In particolare, nella fattispecie indicata rientravano le bestemmie, intese come parole offensive e oltraggiose, fatte pubblicamente contro:
- I defunti;
- la Divinità;
- i Simboli religiosi;
- le Persone di religione.
Per ognuno dei soggetti citati si faceva riferimento alla “religione dello Stato”, infatti il ritardo con cui il reato è stato abrogato si deve soprattutto alle lungaggini amministrative. È vero che l’Italia è un paese laico così come disposto dalla Costituzione del 1948, ma è altrettanto vero che soltanto i Patti Lateranensi, arrivati quasi quarant’anni dopo, hanno ufficializzato la revisione.
Il reato, che includeva anche la “pubblica manifestazione oltraggiosa v
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