Bere è un’arte e un piacere. I suggerimenti del New York Times

Di Valentina Ambrosetti 3 minuti di lettura
vino italiano

Cosa rende il vino un buon vino? Certo, l’uva, il luogo dove nasce, il modo in cui viene coltivata e lavorata, la maestria del vignaiolo e l’intera cantina. Ma oltre a questi criteri oggettivi, c’è qualcos’altro di estremamente soggettivo che definisce la differenza del vino, ovvero l’emozione che evoca e che rimane dopo aver bevuto il bicchiere.

Ci ricorda anche Eric Asimov, critico enogastronomico del New York Times, considerato una delle voci più influenti al mondo. “Bere vino è un piacere fugace”, scrive. “Ciò che lo rende diverso”, continua, “è il ricordo dopo aver bevuto”. Da lì ha iniziato a stilare una delle sue tanto attese liste, dedicandola proprio ai vini più memorabili del 2022: 12 etichette degustate in un anno che, come scrive Asimov, “non erano necessariamente le migliori bottiglie, ma erano le più memorabile. ” , che è più importante per molti versi. Vino italiano: Divella Clo Dosaggio Zero Rosé NV

C’è un solo vino italiano nella lista del New York Times

È  il Franciacorta, emblema del Territorio della Grande Bolla, che Asimov dice di conoscere bene e di apprezzare. Stiamo parlando del Divella Clo Dosaggio Zero Rosé NV: un vino particolarmente “emozionante” che rappresenta La Divella, azienda biologica di Gussago. “Il vino, che prende il nome dalla madre di Madame Divella, è secco come un osso, ma rinfrescante e frizzante di energia e intrigo”, scrive il recensore. “Non vediamo l’ora che arrivi il prossimo sorso per vedere dove ci porterà. Mentre la signora Divella coltiva lentamente la sua vigna e fa esperienza, non vedo l’ora di vedere dove la porterà il futuro”.

Sei i vini francesi in lista

A cominciare da Nicolas Carmarans Aveyron Fer Servadou Maximus 2020, un vino naturale ottenuto da uve tipiche del sud-ovest della Francia, “leggero, pulito, limpido e pieno di anima, assolutamente delizioso”. Continuiamo con il vino di Borgogna Claire Naudin Hautes-Côtes de Beaune Blanc Bellis Perennis 2020: “la sua profondità e raffinatezza”, scrive Asimov, “esprime la gioia dell’amicizia e il piacere della reciproca compagnia”. Poi ci sono Maison Valette Pouilly-Fuissé Le Clos de Monsieur Noly 2006, un vino naturale “straordinario e stupefacente”, Château d’Yquem Sauternes 1996, un famoso vino “sbalorditivo nella sua complessità, prismatico, eppure vivo e impeccabilmente fresco” e René. Engel Échézeaux 1990, Borgogna Grand Cru. Si chiude con un millesimato: Château Climens Barsac 1942, un vino dolce “caleidoscopico nella sua complessità, con aromi e sapori di arancia e albicocca, spezie, noci tostate e zucchero bruciato”.

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