(Money.it) La valutazione del patrimonio ereditario è indispensabile per i chiamati all’eredità, che devono avere le condizioni per scegliere in maniere consapevole se accettare o meno. Il criterio più importante è senza dubbio il valore, su cui incidono crediti e debiti del defunto. Rintracciare tutti i beni intestati al defunto, i suoi crediti e debiti può però essere insufficiente per ottenere una visione adeguata, perché non tutto rientra nell’eredità. Ci sono, infatti, alcuni beni che la legge considera non trasmissibili nel patrimonio ereditario, di solito perché strettamente collegati alla personalità del defunto.
Quali beni rientrano nell’eredità, l’elenco
Il patrimonio ereditario comprende tutti i beni in possesso del defunto che sono suscettibili di una valutazione economica. Si hanno quindi:
- Beni immobili, come case e terreni;
- beni mobili, come conti correnti e altri rapporti finanziari del defunto;
- azioni e obbligazioni;
- partecipazioni a quote societarie;
- titoli al portatore di cui il defunto era titolare;
- oggetti preziosi (ad esempio quadri e gioielli);
- mobilia e arredamento;
- veicoli, per i quali è necessaria però una particolare procedura.
L’eredità comprende poi anche i crediti del defunto, quindi:
- I rimborsi dovuti dall’Agenzia delle entrate;
- gli affitti percepiti dal defunto in qualità di locatore;
- stipendi maturati e non ancora pagati;
- straordinari non pagati;
- bonus non pagati;
- gratifiche professionali non ancora pagate;
- quote di tredicesima e quattordicesima maturate durante l’anno del decesso fino alla morte del lavoratore;
- rendite.
I beni che non rientrano nell’eredità
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