(BorsaeFinanza.it)
L’ultima riunione della BCE ha scontentato non pochi nel mondo politico-finanziario. La Banca centrale europea ha effettuato il suo decimo aumento consecutivo dei tassi d’interesse portandoli al massimo storico del 4,5%, ma soprattutto ha ribadito con forza che i costi di finanziamento rimarranno a livelli sufficientemente restrittivi per tutto il tempo che occorre per abbassare l’inflazione nell’eurozona.
La decisione dell’Eurotower e le parole del governatore Christine Lagarde in conferenza stampa hanno suscitato la reazione furente di alcuni paesi come Italia e Portogallo. “La BCE non si preoccupa delle difficoltà economiche di famiglie e imprese e aumenta il costo del denaro” ha affermato il vicepresidente del Consiglio Matteo Salvini. Mentre il ministro delle Finanze portoghese Fernando Medina ha detto che “questa decisione della BCE pone sfide molto importanti per la crescita economica il prossimo anno e di conseguenza si prevede un rallentamento della crescita”.
Non è la prima volta che le scelte di Francoforte fanno infuriare alcuni esponenti politici di rango soprattutto dell’Europa mediterranea, in un contesto giudicato troppo pericoloso per applicare la linea del rigore. La predominanza dei falchi all’interno dell’autorità monetaria però si fa sentire. Anche oggi il consigliere Martins Kazaks ha affermato a margine dell’Eurogruppo di Santiago de Compostela in Spagna, che “se i dati ci indicheranno la necessità di un altro rialzo, lo attueremo”.
BCE: mercati contro Lagarde sul taglio dei tassi
Su una cosa Christine Lagarde è stata molto chiara: i tagli dei tassi non sono in agenda. “Non abbiamo deciso, discusso o anche solo pronunciato la parola tagli”, ha tuonato raggelando tutti coloro che speravano che nella prima metà del prossimo anno la BCE potesse finalmente invertire la sua politica monetaria in senso accomodante. Il mercato però non le crede e sconta ben tre tagli del costo del denaro di un quarto di punto ciascuno nel 2024.
Gli investitori si concentrano sulle prospettive di crescita più cupe, come mostra il calo dell’euro contro dollaro – il nono settimanale consecutivo – che lo ha portato a 1,066. “Continuiamo ad aspettarci che i risultati macroeconomici – sia la crescita che l’inflazione – siano inferiori alle aspettative della BCE e come tale consideriamo questo come il picco dei tassi ufficiali -. hanno scritto in una nota gli analisti di ABN Amro, Nick Kounis e Aline Schuiling – Ci aspettiamo che la Banca centrale si orienti verso tagli dei tassi il prossimo anno”. Piet Christiansen, capo stratega di Danske Bank AS, prevede uno scenario di base dove ci saranno tre sforbiciate ai tassi l’anno venturo. “Non credo che alla BCE piaccia l’alle
© Borsa e Finanza