L’aumento dei tassi d’interesse imposto dalla Banca Centrale Europea sta mettendo in crisi il mercato immobiliare italiano, con conseguenze dirette sulle famiglie che posticipano i loro progetti di acquisto di una casa. Secondo uno studio della FABI (Federazione Autonoma Bancari Italiani), la quota di persone che si indebita per l’acquisto di un immobile è drasticamente calata dal 50% al 41%.
La fiammata del costo del denaro ha triplicato i tassi praticati dalle banche sui mutui erogati alle famiglie, portandoli al 4,40% a fine dicembre scorso rispetto all’1,45% di gennaio 2022. Questo ha causato una diminuzione della quantità di mutui nel corso del 2023, con un calo di 2,3 miliardi di euro.
Gli immobili residenziali sotto assedio
La FABI sottolinea che la situazione ha avuto un impatto diretto sulle compravendite di immobili residenziali, che hanno subito un netto calo nel 2023 dopo una crescita costante dal 2020. Nel terzo trimestre di quell’anno, il numero delle compravendite si è ridotto del 11,8% rispetto al precedente periodo, con un totale di 507.879 transazioni.
Le persone fisiche rappresentano circa il 95% degli acquirenti di immobili, ma sempre meno di loro possono beneficiare delle agevolazioni per la prima casa, passando dal 68,4% nel 2021 al 62% nel 2023.
Il monito di Sileoni
Il segretario generale della FABI, Lando Maria Sileoni, sottolinea l’importanza di un immediato allentamento della politica monetaria da parte della BCE per sostenere il mercato immobiliare italiano. Riducendo il costo del denaro, si potrebbe dare nuova linfa vitale a un settore che rappresenta una parte significativa dell’economia del Paese.
In conclusione, l’impennata dei tassi della BCE sta mettendo ko il mercato immobiliare italiano, costringendo le famiglie a posticipare i loro progetti di acquisto di casa. È necessario un intervento rapido per invertire questa tendenza e sostenere un settore chiave per l’economia italiana