Bar, ristoranti, negozi e parrucchieri: cosa resta aperto e cosa no

Di Redazione FinanzaNews24 6 minuti di lettura
Wall Street

Come sappiamo, il Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ha firmato il Dpcm 9 marzo 2020 con nuove misure per il contrasto del diffondersi del virus Covid-19 sull’intero territorio nazionale. Le nuove disposizioni sono entrate in vigore il 10 marzo 2020 e sono rimaste in vigore solo per due giorni, perché sostituite dal nuovo Dpcm dell’11 marzo, valido fino al 3 aprile.

Le nuove disposizioni relative a bar e negozi, in vigore dal 12 marzo al 3 aprile 2020, le potete trovare qui. Le informazioni che trovate di seguito si riferiscono al precedente Dpcm, oggi non più valido.

Restrizioni uguali per tutta Italia

Il provvedimento del 9 marzo estende le misure del Dpcm 8 marzo 2020 a tutto il territorio nazionale. Inoltre, vietata ogni forma di assembramento di persone in luoghi pubblici o aperti al pubblico e introduce modifiche al Dpcm 8 marzo 2020 relative agli eventi e alle manifestazioni sportive.

Per effetto del Dpcm del 9 marzo non sono più previste zone rosse. Le limitazioni che erano previste nel precedente Dpcm del 1° marzo, con l’istituzione di specifiche zone rosse, sono cessate. L’Italia viene uniformata e le regole quindi sono uguali per tutti.

Limitazioni a bar e ristoranti

È consentita l’attività di ristorazione e bar dalle 6.00 alle 18.00, con obbligo a carico del gestore di predisporre le condizioni per garantire la possibilità del rispetto della distanza di sicurezza interpersonale di almeno un metro, con sanzione della sospensione dell’attività in caso di violazione.

Si potranno comunque effettuare anche oltre le 18.00 le consegne a domicilio di cibi e bevande. Il limite orario dalle 6.00 alle 18.00 è riferito solo all’apertura al pubblico. L’attività può quindi proseguire negli orari di chiusura al pubblico mediante consegne a domicilio. Sarà cura di chi organizza l’attività di consegna a domicilio – lo stesso esercente o una delle tante piattaforma di food delivery o consegna della spesa a domicilio – evitare che il momento della consegna preveda contatti personali.

Limitazioni agli esercizi commerciali

Il Dpcm prevede la chiusura nei giorni prefestivi e festivi delle medie e grandi strutture di vendita, nonché degli esercizi commerciali presenti all’interno dei centri commerciali e dei mercati. La chiusura non è disposta invece per i punti di vendita di generi alimentari. I mercati, sia quelli coperti che quelli all’aperto, per la vendita di beni alimentari restano aperti.

Limitazioni a pub

Per i pub vige il divieto di svolgimento di ogni attività diversa dalla somministrazione di cibi e bevande. È possibile quindi continuare a somministrare cibo e bevande nei pub.

Vanno sospese invece le attività ludiche ed eventi aggregativi, come per esempio musica dal vivo, proiezioni su schermi o altro, nel rispetto delle limitazioni orarie già previste per le attività di bar e ristoranti (dalle 6.00 alle 18.00) e, comunque, con l’obbligo di far rispettare la distanza di sicurezza interpersonale di almeno un metro.

Limitazioni per centri estetici e parrucchieri

Centri estetici, parrucchieri e barbieri possono continuare a svolgere la loro attività, ma solo su prenotazione degli appuntamenti e comunque garantendo la turnazione dei clienti con un rapporto uno a uno, così da evitare il contatto ravvicinato e la presenza nel locale di clienti in attesa. Il personale dovrà indossare idonei dispositivi di protezione individuale, e cioè guanti e mascherina.

Come cambiano gli spostamenti

Sottolineiamo che il decreto, come recita lo stesso nome “Io resto a casa”, raccomanda comunque di restare a casa e non uscire. Si può uscire per andare al lavoro, anche se è caldamente consigliato lavorare da casa, prendere ferie o congedi. Si può uscire anche per ragioni di salute o per altre necessità, quali, per esempio, l’acquisto di beni essenziali.

Ma è necessario, in questi casi, essere in grado di provare il motivo di necessità del proprio spostamento (qui trovate la nostra guida sugli spostamenti), eventualmente anche mediante autodichiarazione. La veridicità delle autodichiarazioni sarà oggetto di controlli successivi e la non veridicità costituisce reato. Divieto assoluto di uscire, invece, per chi ha febbre superiore ai 37,5°, chi è in quarantena o risultato positivo al Coronavirus.

Le disposizioni sono state modificate nella serata dell’11 marzo dal premier Conte, che ha emanato un nuovo decreto con cui stabilisce la chiusura di tutti i bar e i negozi, ad eccezione di alimentari, farmacie, edicole, tabaccai, banche e poste. Qui trovate tutte le informazione utili, in vigore dal 12 marzo 2020, fino al 3 aprile.

Articolo originale di Quifinanza.it.

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