Bankitalia: ecco cosa dice lo studio sulla distribuzione della ricchezza in Italia

Di Stefano Trevisan 3 minuti di lettura
Commissioni bancarie

Un recente studio di Banca d’Italia, presentato il 31 maggio, ha evidenziato una marcata disparità nella distribuzione della ricchezza nel nostro Paese nel 2023. Secondo il rapporto, il 10% delle famiglie più facoltose detiene il 60% della ricchezza totale e al contrario, il 50% della popolazione meno abbiente possiede appena il 7% del patrimonio nazionale.

Negli ultimi tredici anni, la ricchezza netta complessiva in Italia è cresciuta del 14%. Tuttavia, questo aumento ha beneficiato principalmente le classi già agiated e al 2010 al 2013, i più ricchi sono diventati ancora più ricchi, rimanendo sostanzialmente indifferenti alle crisi globali come la crisi del debito sovrano, la pandemia e i conflitti in Ucraina e in Medio Oriente.

Il trend

La quota di ricchezza detenuta dal 10% più ricco è aumentata di circa sette punti percentuali rispetto al 2010, a scapito della classe media, che ha subito un ulteriore impoverimento.

La Banca d’Italia sottolinea che i benestanti hanno potuto migliorare la loro posizione grazie principalmente agli investimenti in strumenti finanziari rischiosi come azioni, partecipazioni, e assicurazioni sulla vita. Al contrario, la classe media ha visto un calo del 4,8% nella propria ricchezza, non avendo riserve finanziarie sufficienti e subendo una diminuzione del valore del patrimonio immobiliare, parzialmente compensata dall’andamento positivo degli strumenti finanziari rischiosi.

Famiglie meno abbienti e mutui

Alla fine del 2023, per le famiglie meno abbienti, il patrimonio abitativo rappresentava i tre quarti della loro ricchezza lorda, mentre gli strumenti finanziari liquidi ne costituivano solo il 17%m con un debito che ammontava a un quarto della ricchezza lorda. Queste famiglie generalmente possiedono una casa acquistata con un mutuo e dispongono di scarsa liquidità da investire.

Analizzando anche il patrimonio del 10% delle famiglie più ricche, si è notata una maggiore diversificazione degli investimenti. Per queste famiglie, circa un terzo della ricchezza lorda è costituito da immobili residenziali, e poco più del 40% da strumenti finanziari rischiosi. Il debito, invece, è pari al 5%.

Nel 2023, il valore degli investimenti finanziari si è ridotto a 45 miliardi, il livello più basso dal 2017, riflettendo un calo del risparmio. La crescita dei mutui per l’acquisto di abitazioni si è attenuata, con nuove erogazioni scese da 55 miliardi nel 2022 a 41 miliardi.

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