Bank of Japan: Ueda apre all’aumento dei tassi nel secondo semestre

Di Stefano Trevisan 2 minuti di lettura
Giappone

In una mossa che ha attirato l’attenzione degli investitori e degli analisti finanziari a livello globale, il governatore della Bank of Japan (BOJ), Kazuo Ueda, ha aperto la porta a possibili aumenti dei tassi di interesse nella seconda metà del 2024. Questa indicazione arriva dopo che, nel mese precedente, la banca centrale ha implementato il suo primo aumento dei tassi dal 2007, segnando un potenziale cambio di direzione nella politica monetaria del Giappone.

Inflazione e tassi: un legame stretto

Durante la sua prima intervista dai recenti sviluppi, Ueda ha sottolineato come la probabilità di raggiungere l’obiettivo di inflazione della banca si preveda in aumento dall’estate all’autunno del prossimo anno. Questa dichiarazione fa luce sulla crescente convinzione all’interno della BOJ che lo slancio inflazionistico nel paese sia in fase di rafforzamento, una tendenza che potrebbe giustificare ulteriori interventi sui tassi d’interesse.

Reazioni del mercato: Yen e rendimento dei Titoli di Stato

Le parole di Ueda hanno avuto un impatto immediato sui mercati finanziari, con lo yen che ha raggiunto il picco di due settimane a 150,81 per dollaro a Tokyo, sebbene abbia poi perso parte dei suoi guadagni nel corso della giornata. Parallelamente, il rendimento dei titoli di Stato giapponesi a due anni è salito allo 0,21%, il massimo dal 2011. Questi movimenti di mercato riflettono le aspettative di un avvicinamento dei tassi di interesse tra Giappone e Stati Uniti.

Salari e inflazione: il focus della BoJ

Un elemento chiave nelle considerazioni della BOJ riguarda l’evoluzione dei salari e il loro impatto sull’inflazione. Recentemente, la più grande federazione sindacale del Giappone ha annunciato che i lavoratori hanno ottenuto aumenti salariali del 5,24%, il ritmo più elevato in oltre tre decenni. Questo sviluppo, secondo Ueda, è un fattore importante da monitorare per valutare gli effetti sulla dinamica dei prezzi al consumo e, di conseguenza, sulla politica monetaria.

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