(BorsaeFinanza.it) Banche centrali e governi sono riusciti a impedire che le crisi delle banche regionali USA – SVB, Signature, First Republic – e del Credit Suisse in Svizzera, si allargasse ad altri istituti di credito. Tuttavia il settore bancario rimane al centro dell’attenzione. Anche se non si dovessero verificare ulteriori situazioni di stress e corsa agli sportelli, il periodo che si è aperto per il comparto non sarà semplice.
Gli asset svalutati delle banche
Il problema che ha innescato la crisi delle banche regionali statunitensi ha avuto origine nel portafoglio di obbligazioni detenute da questi istituti. La manovra di rialzo dei tassi di interesse della Fed ha provocato la caduta del valore di questi titoli, acquistati nel corso dell’era dei tassi a zero. SVB è stata costretta a vendere questi titoli per soddisfare le richieste di ritiro di liquidità dei suoi correntisti con la conseguenza che le perdite virtuali sul portafoglio obbligazionario sono diventate reali.
Anche se la situazione di Silicon Valley Bank, con una diversificazione della clientela e degli impieghi molto bassa, è ben diversa da quella delle grandi banche, non si può nascondere che il problema degli asset svalutati in portafoglio riguardi tutti gli istituti di credito. Karsten Junius, capoeconomista di Banca J.Safra Sarasin ritiene che quanto accaduto dovrebbe essere considerato come un segnale di allarme. Ci sono infatti altre attività che hanno registrato una perdita di valore a causa del rialzo dei tassi di
© Borsa e Finanza