(Money.it) Con tassi Bce più alti, le banche italiane ed europee possono subire un impatto sui bilanci.
Il settore bancario è osservato speciale in questi mesi così turbolenti. Sebbene le crisi del comparto sembrano circoscritte negli Usa, dove diversi istituti regionali continuano a crollare, i riflettori sono accesi anche sugli istituti europei. Resilienza e solidità caratterizza le banche dell’Eurozona, anche secondo la Bce.
Tuttavia, è bene ricordare che il comparto bancario è il primo a essere legato alle decisioni dell’Eurotower proprio perché opera attraverso l’applicazione dei tassi di interesse e di deposito stabiliti a Francoforte.
Con la riunione del 4 maggio, il tasso di interesse è arrivato al 3,75% e quello sui depositi al 3,25%. La lotta all’inflazione, intanto, rimane prioritaria e non è finita secondo le ultime indicazioni.
Lo strumento primario che la banca centrale ha a disposizione sono i tassi. Il ragionamento è chiaro e coinvolge direttamente le banche: l’Eurotower alza i tassi di riferimento, per le banche è più costoso finanziarsi (chiedere soldi alla Bce), quindi agiscono aumentando i tassi sui prestiti di famiglie e imprese. Di fatto, conviene risparmiare anche per gli istituti di credito, tanto che il tasso di deposito che le banche ricevono lasciando somme in garanzia presso la Bce è salito.
In questo modo, si frena la domanda e quindi l’inflazione. Ma cosa significa tutto questo meccanismo per le banche italiane? Gli effetti del rialzo dei tassi Bce sono diversi, i dettagli.
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