Banche europee: la BCE alza i requisiti patrimoniali per 20 istituti

Di Redazione FinanzaNews24 4 minuti di lettura

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La BCE usa la frusta nei confronti delle banche europee elevando i requisiti patrimoniali. Nei risultati del processo di revisione e valutazione prudenziale (Supervisory Review and Evaluation Process, SREP) per il 2023 nonché delle priorità di vigilanza per il 2024-26, l’Eurotower ha stabilito che 20 istituti di credito non avevano accantonato abbastanza liquidità per far fronte di prestiti non pagati.

La mossa rientra nell’azione della Banca centrale europea volta ad affrontare una delle sue principali preoccupazioni, ossia quella relativa ai crediti inesigibili a seguito dell’aumento dei costi di finanziamento. “Nel caso dei 20 istituti di credito è stato identificato un deficit rispetto alle aspettative di copertura della BCE“, ha affermato l’autorità monetaria, confermando che sono già suonati i primi campanelli d’allarme sulla qualità degli asset in deterioramento per effetto del “debole contesto economico”.

Dalla valutazione fatta per il 2023, il requisito di secondo pilastro (Pillar 2 requirement, P2R) in termini di capitale primario di classe 1 (Common Equity Tier 1, CET1) per singola banca ha registrato in media un lieve incremento, dall’1,1% a circa l’1,2% delle attività ponderate per il rischio (risk-weighted assets, RWA). I P2R comprendono requisiti aggiuntivi a fronte delle esposizioni deteriorate applicati a 20 banche.

Altre misure restrittive in termini di oneri patrimoniali sono state imposte dalla BCE anche a 8 istituti di credito dell’eurozona per la loro esposizione finanziaria a leva verso soggetti che già erano indebitati. Non finisce qui, perché Francoforte ha applicato un requisito patrimoniale aggiuntivo a 6 banche, dando indicazioni a ulteriori 7, sempre per il discorso della leva finanziaria o per aver presentato un quadro della loro posizione finanziaria troppo ottimistico.

La BCE non ha fatto alcun riferimento al nome delle banche europee colpite dai provvedimenti. “Ci siamo concentrati su debolezze persistenti e in alcuni casi di lunga data, nella gestione del rischio, nella governance e nei controlli interni” ha dichiarato Andrea Enria, a capo della supervisione bancaria della BCE che terminerà il suo mandato a fine anno e verrà sostituito dall’attuale vicepresidente della Bundesbank Claudia Buch.

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La stretta della Banca centrale probabilmente continuerà nel 2024, in modo che le aziende di credito del Vecchio continente siano pronte sotto il profilo della solidità patrimoniale e finanziaria a far fronte a eventuali ulteriori insolvenze e a una liquidità più contenuta. “Si prevede che il contesto di tassi di interesse più elevati aumenterà sia la volatilità di alcune fonti di finanziamento che i costi di finanziamento delle banche nel medio termine, proprio quando importi sostanziali di finanziamenti della Banca centrale devono essere sostituiti”, ha affermato la BCE. “Le turbolenze dei mercati dello scorso marzo hanno infatti evidenziato l’importanza per il settore bancario di un’efficace gestione del rischio di tasso di interesse”.

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