Banca MPS: il Tesoro vuole vendere entro il 2024, cosa fare con l’azione?

Di Redazione FinanzaNews24 5 minuti di lettura
Finanza ed economia

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La privatizzazione del 64% di Banca MPS detenuto dallo Stato può avvenire entro il 2024. Il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, ha risposto con un secco «sì» ai giornalisti che la scorsa settimana, in conferenza stampa sulla manovra di bilancio, chiedevano chiarimenti sul programma di dismissioni per 20 miliardi in tre anni previsto dalla nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza (NADEF). Le parole di Giorgetti. «Abbiamo un programma ambizioso di privatizzazioni, normalmente questo termine dalle opposizioni viene definito con accezione negativa, noi invece lo intendiamo in senso positivo. Per alcune sono passaggi tecnici complessi, che richiedono tempo, altre possono già traguardare dei risultati nel 2024», ha aggiunto il titolare del MEF.

Non solo Banca MPS. Oltre all’istituto senese, il Tesoro conta di incassare «le disponibilità che deriveranno dalla privatizzazione di Ita», ha sottolineato Giorgetti. «Spero che entro ottobre la notifica formale venga finalmente fatta». Tuttavia i 325 milioni che Lufthansa verserà per avere il 41% della compagnia aerea sono un aumento di capitale riservato e finiranno direttamente nelle casse del vettore, non in quelle dello Stato. Intanto, già da inizio mese il Tesoro aveva annunciato il processo di selezione per l’individuazione dei consulenti finanziari e legali. Per l’uscita, Via XX Settembre ha messo sul tavolo diverse opzioni, a partire da un’offerta pubblica ai risparmiatori (OPV) da fare in una o più fasi, accanto alla vendita delle quote a investitori istituzionali o un’operazione straordinaria come la fusione con un altro istituto.

La ricerca degli advisor. Il primo passaggio sarà la selezione degli advisor che, secondo quanto risulta a MF-Milano Finanza, dovrebbe avvenire entro la prossima settimana. Sul dossier ci sono tutte le principali banche d’investimento e boutique italiane e straniere: Mediobanca, Equita, Vitale & Co, Rothischild, Lazard, Bofa-Merrill Lynch, Citi, Goldman Sachs, Barclays, SocGen e Jefferies. Alcune fonti di mercato danno per favoriti Mediobanca, Equita e Bofa, anche se la partita resta aperta.

Il collocamento in Borsa. Il passo successivo sarà il collocamento di una quota compresa tra l’8% e il 15% di Banca Mps. Per la cessione il prezzo ideale delle azioni dovrebbe aggirarsi almeno intorno ai 3 euro, visto che l’obiettivo del Tesoro è quello di ridurre quanto più possibile l’impatto della minusvalenza derivante dalla cessione. Che il valore delle azioni sarà il fattore discriminante è stato sottolineato nei giorni scorsi dallo stesso Giorgetti: «Il ministero dell’Economia uscirà da Banca Mps quando è opportuno uscire, realizzando anche un obiettivo di sistemazione del sistema bancario italiano e quando il prezzo e le condizioni di mercato ci sembreranno congrue», ha spiegato il ministro. Complessivamente finora Siena ha drenato 7 miliardi allo Stato. Considerando che oggi in Borsa la quota in mano al socio pubblico vale poco circa 2 miliardi e che la cessione delle azioni avverrà a sconto, lo Stato italiano potrebbe incassare una perdita di oltre 5 miliardi di euro dall’intera partita senese.

Azioni Banca MPS: quotazioni scendono sotto quota 2,50 e puntano al supporto in area 2,375

Il titolo Banca MPS sembra essere impostato al ribasso nel breve termine, anche grazie alla performance negativa registrata nella seduta di ieri (-2,09%). Dopo un’apertura in linea con la chiusura precedente, infatti, le quotazioni hanno intrapreso fin da subito un andamento fortemente ribassista che le ha portate a realizzare un minimo sul livello 2,461, per poi andare a chiudere sul finale non distante a quota 2,477.

Dopo il triplo massimo toccato a metà settembre in area 2,750 l’azione è dapprima scesa con una certa forza fino a quota 2,375 per poi mantenersi questi trenta giorni all’interno di uno stretto trading range che non ha mai sostanzialmente


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