Philip Lane, capoeconomista della Banca Centrale Europea (BCE), ha recentemente esposto un cauto ottimismo riguardo il rientro dell’inflazione verso l’obiettivo del 2% nell’area euro.
In una intervista rilasciata al quotidiano spagnolo El Confidencial, Lane ha evidenziato come i nuovi dati sull’economia dell’area euro abbiano rafforzato questa prospettiva, aprendo la strada a possibili riduzioni dei tassi di interesse già a partire da giugno.
Durante l’intervista, Lane ha discusso di un recente rapporto sui prezzi al consumo che ha indicato un alleggerimento delle pressioni inflazionistiche nel settore dei servizi, un cambiamento che non si vedeva da novembre.
Un importante primo passo
Questa tendenza è stata descritta come un “importante primo passo” verso la diminuzione dell’inflazione. Il capoeconomista ha anche fatto riferimento a dati incoraggianti riguardanti l’inflazione di aprile e il PIL del primo trimestre, che hanno mostrato una crescita dello 0,3%, superiore alle aspettative degli economisti. Questi indicatori positivi hanno rafforzato le aspettative di un imminente taglio dei tassi durante la riunione della BCE del 6 giugno, ma il futuro oltre questa data rimane incerto, specialmente considerando le decisioni di politica monetaria che potrebbero essere adottate negli Stati Uniti e il loro impatto sull’area euro.
Lane ha chiarito che la BCE si concentrerà sulle dinamiche interne dell’Europa e ha minimizzato l’effetto delle politiche della Federal Reserve, suggerendo che i meccanismi di influenza tra l’economia statunitense e quella dell’area euro operano in modi sostanzialmente contrapposti.
Prudenza la parola d’ordine
Lane ha inoltre toccato il tema delle tensioni geopolitiche, in particolare nel Medio Oriente, sottolineando la necessità per i funzionari della BCE di mantenere un approccio estremamente cauto. “È una valutazione mese per mese, ma a lungo termine dobbiamo accettare che viviamo in un mondo che affronterà molte tensioni geopolitiche nel corso degli anni“, ha affermato. Questo commento riflette una consapevolezza della complessità e interconnessione delle sfide economiche globali che la BCE deve considerare nel formulare la sua politica monetaria.