(BorsaeFinanza.it)
A fine agosto dello scorso anno, circa un anno fa, le azioni Nvidia era scambiato attorno ai 179 dollari. La società stava attraversando un periodo poco brillante. Il settore del gaming – che da sempre era stato il migliore campo di operatività dell’azienda di Jensen Huang – era in contrazione e gli investimenti delle aziende nei data center si stavano sgonfiando.
Un mix letale per Nvidia, colosso dei chip di memoria con una storia ultra-trentennale nella Silicon Valley dei miracoli. In pochi mesi la capitalizzazione di mercato era scivolata attorno ai 300 miliardi di dollari, bruciando oltre metà del suo valore. Un’emorragia enorme, che faceva di Nvidia una delle società più colpite dal bear market che ha scosso la Borsa di New York nel 2022.
Rispetto ad allora le azioni di Nvidia sono cresciute di circa il 180% (più del 200%, se il timing iniziale è impostato al 1 gennaio 2023). Ll’artefice di questa crescita straordinaria ha un nome ben preciso: Nvidia H100 Tensor Core. Questa Gpu, complice l’arrivo di ChatGPT, è diventata ingrediente indispensabile nella nuova era dall’Intelligenza Artificiale generativa, perché è forse il solo processore capace di fornire la necessaria potenza di calcolo ai software come ChatGPT.
Grazie a questo, sono bastati mesi a Nvidia per battere ogni record di capitalizzazione e diventare il primo produttore di chip al mondo a infrangere il muro dei mille miliardi. Oggi H100 è l’hardware più richiesto al mondo, con aziende come Google e OpenAI che fanno a gara per accaparrarselo, e con paesi desiderosi di AI generativa (come gli Emirati Arabi) che ne ordinano migliaia di pezzi a settimana.
Azioni Nvidia, quotazioni in fase di ritracciamento puntano al supporto 403,11
Quotato sul mercato tecnologico statunitense Nasdaq, le azioni Nvidia sembrano essere impostate al ribasso nel breve termine, anche grazie alla performance negativa registrata nella seduta di ieri. Dopo un’apertura in gap down (rimasto aperto nell’intraday) le quotazioni si sono mantenute tutta la giornata all’interno di uno stretto trading range compreso tra i livelli 412,71 e 421.
Tale movimento ha permesso all’azione di creare un pattern di analisi candlestick denominato “Doji”, indicante una generalizzata indecisione da parte degli operatori. Situazione che è coerente con l’attuale struttura grafica del titolo, assolutamente negativa dopo il massimo toccato lo scorso 24 agosto a quota 502,66. Da allora, infatti, i corsi sono sempre scesi annullando i guadagni realizzati a partire dalla seconda metà di agosto. Il Doji manifestatosi ieri può avere due significati: per i più ottimisti, una battuta d’arresto di questo incessante e violento ribasso che sta evidenziando una sorta di rara “configurazione a V” rovesciata, preludio a un rimbalzo anche solo di corto respiro. Più probabilmente, invece deve essere considerato una “figura di continuazione” di un trend che può scendere ancora fino al supporto sul livello 403,11 (minimo del 14 agosto). Lo strappo ribassista del gap down in apertura di ieri ne è la dimostrazione.
Dal punto di vista operativo, pertanto, l’ingresso in posizioni long è con
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