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18Cosa sono le azioni frazionate? Per rispondere a questa domanda è importante fare una premessa. A volte è capitato a un investitore di voler acquistare le azioni di una società ma di non essere in grado di farlo in quanto ogni azione costava troppo e il budget del soggetto acquirente non era sufficiente per inoltrare l’ordine.
Per ovviare a questo problema, alcune società hanno effettuato un’operazione chiamata split azionario, ossia hanno suddiviso le loro azioni in modo da aumentare il numero in circolazione – con ognuna che valeva di meno – lasciando ovviamente inalterato il capitale sociale. Ad esempio, se la società Alfa ha emesso 5 milioni di azioni del valore di mercato di 1.000 euro ciascuna, significa che ha un capitale sociale di 5 miliardi di euro. Ciò vuol dire in teoria che per acquistare 1 azione è necessario disporre di un importo almeno di 1.000 euro. A quel punto, per consentire un maggior accesso alle proprie azioni, la società può decidere di aumentare a 50 milioni il numero di azioni in circolazione, ma con un valore singolo di 100 euro. In tal caso, il capitale rimane lo stesso, ossia di 5 miliardi di euro, e ogni azionista mantiene la stessa quota. A cambiare è il numero di azioni che ogni socio possiede e il valore di ciascuna azione. Il primo aumenta; il secondo diminuisce. Chi vuole acquistare un’azione però non ha più bisogno di 1.000 euro ma solo di 100 euro.
Se però una società non effettua lo split, come è possibile comprare un titolo che singolarmente vale troppo? Ecco che entrano in gioco le azioni frazionate, che alcuni broker offrono attraverso le loro piattaforme. Vediamo quindi nel dettaglio cosa sono, come funzionano e quali vantaggi presentano.
Azioni frazionate: caratteristiche e funzionamento
Le azioni frazionate sono porzioni di azioni che permettono a un investitore di investire una quota più piccola in una società di quella che investirebbe se comprasse un’azione intera. Riprendendo l’esempio di cui sopra, un soggetto potrebbe aver accesso al capitale della società Alfa impiegando almeno 100 euro per una frazione di azione e non 1.000 per l’azione intera. Tuttavia, non è che acquista un pezzo di azione, perché non è possibile essere soci per parti frazionate. Quindi, cosa succede effettivamente? In realtà, l’intermediario riceve ordini dai suoi clienti e acquista l’azione per intero, poi suddivide la quota tra i vari investitori che desiderano una frazione e registra l’operazione nei suoi registri. Ciò che si acquista, dunque, non è altro che un diritto fiduciario dal broker su una frazione di azione.
Un esempio chiarisce meglio il concetto. Si ipotizzi che le azioni Tesla quotano 250 dollari sul mercato. Gli investitori del broker X vogliono acquistare parti di un’azione. Tipo, il trader A vuole investire 100 dollari, il trader B 75 dollari, il trader C 50 dollari e il trader D 25 dollari. A quel punto il broker compra 1 azione Tesla a 250 dollari e vende i diritti su quell’azione ai quattro trader in proporzione alla quota investita da ciascuno. Quindi, l’intermediario è long nei confronti delle azioni Tesla e short verso i quattro trader, esattamente per la stessa cifra complessiva. Di conseguenza, alla fine l’operazione per il broker è flat sulle azioni; il suo guadagno deriva dalle commissioni e/o dagli spread applicati.
I trader sono long su un derivato che riproduce l’andamento di un’azione, in proporzione alla quota acquistata. Quindi è come se A fosse proprietario di 0,4 di un’azione Tesla (100/250); B di 0,3 (75/250); C di 0,2 (50/250); D di 0,1 (25/250). Se il titolo dovesse salire del 10%, quindi da 250 a 275 dollari, ad esempio il trader A guadagnerebbe 10 dollari (il 40% dell’incremento del valore di ogni azione Tesla), perché il suo investimento passerebbe da 100 a 110 dollari. Lo stesso ragionamento vale per B, C e D.
Per i trader cambia poco rispetto a comprare un’azione intera in termini di diritti. Ad esempio il dividendo verrà percepito proporzionalmente alla frazione di azione, così come i guadagni in conto capitale derivante dall’andament
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