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Dopo aver trascorso la mattinata al rialzo sulla scia delle intenzioni della Federal Reserve di tagliare i tassi di interesse per tre volte nel 2024, una maggiore incertezza è affiorata in pomeriggio dopo la riunione della Banca centrale europea e la conferenza stampa di Christine Lagarde. La BCE ha confermato i tassi di interesse al 4,5% ma, nella dichiarazione di accompagnamento e nelle parole della presidente, non si è fatto cenno a ipotesi di riduzione dei tassi. Anzi, è stato messo in evidenza che l’inflazione è destinata a rimbalzare presto.
“L’inflazione sottostante è diminuita ulteriormente. Ma le pressioni interne sui prezzi rimangono elevateBNP , principalmente a causa della forte crescita del costo del lavoro per unità di prodotto” ha detto la Lagarde che ha inoltre ripetuto che “i tassi saranno fissati a livelli sufficientemente restrittivi per tutto il tempo necessario”.
La situazione europea è diversa da quella statunitense. Nel Vecchio continente l’economia sta mostrando evidenti segnali di difficoltà, con il principale motore dell’eurozona, la Germania, già in recessione tecnica. Negli Stati Uniti, al contrario, la crescita è ancora forte e il mercato del lavoro continua a sfornare nuovi occupati.
Sul versante della lotta all’inflazione, la BCE è a un passo dall’obiettivo di lungo periodo del 2%, dal momento che l’indice dei prezzi al consumo per il mese di novembre si è attestato al 2,4%. Negli USA, il carovita si è raffreddato ma è ancora al 3,1%, più distante dal target della Fed. Guardando i numeri ci sarebbe motivo di pensare che i banchieri centrali dell’Eurotower riducano i tassi in anticipi rispetto ai colleghi americani. Questo in teoria darebbe maggiore forza alle azioni europee. Tuttavia bisogna tener conto che la tecnologia, più sensibile alla variazione dei tassi, è molto più presente a Wall Street che nelle Borse europee.
Azioni europee: ecco perché sono da preferire nel 2024
Ma quali sono le previsioni per il 2024? Molti strateghi si attendono che le azioni europee sovraperformino quelle americane anche se ci sono alcuni venti contrari che possono contrastare questo scenario. Secondo Maximilian Uleer, responsabile della strategia azionaria europea e cross-asset di Deutsche Bank, gli asset europei faranno meglio nella prima metà dell’anno rispetto alla seconda.
Uno dei motivi è che “gli indici sulle sorprese – che misurano di quanto i dati economici battono o mancano le previsioni – stanno aumentando in Europa e scendendo negli Stati Uniti, anche se il livello assoluto di crescita è molto più forte in questi ultimi”. Un altro riguarda “la direzione di marcia dei dati economici che è più interessante in Europa che negli Stati Uniti”. Un terzo motivo fa riferimento al fatto che “gli investitori inizieranno a cercare operazioni di valore potenziale”.
Uleer ha osservato che attualmente le azioni europee sono scambiate a sconto rispetto a quelle americane, il che “crea opportunità nel primo semestre prima che le cose si stabilizzino nel secondo”. Infine, Uleer vede un rialzo degli utili delle società europee come fattore di preferenza. “Il consensus prevede una crescita degli utili solo del 2% per
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