(BorsaeFinanza.it) A fine 2022 il governo cinese ha iniziato l’eliminazione graduale delle restrittive politiche di lotta contro la diffusione del Covid, dando il via alla “riapertura” della Cina. Una decisione, spinta anche dall’ondata di manifestazioni di protesta nel paese – e questa per la Cina è una novità – che avrebbe dovuto innescare un forte recupero dell’economia e dell’azionario cinese. La preoccupazione maggiore era allora che il ritorno in grande stile della crescita cinese avrebbe potuto innescare un incremento della domanda delle materie prime e dare nuova forza all’inflazione.
A cinque mesi di distanza dall’annuncio, tuttavia, rimane solo la delusione per una riapertura che ha perso la sua spinta iniziale, già contenuta. Per Ariel Ying Wang, analista e gestore di Gemway Assets, sono tre le ragioni che stanno frenando la seconda economia mondiale:
- Il confronto con gli Stati Uniti;
- La mancanza di fiducia;
- Il settore immobiliare.
I rischi per l’azionario cinese
Oltre a rappresentare dei motivi di freno per la ripartenza della Cina, i tre fattori indicati da Ariel Ying Wang rappresentano anche tre rischi per l’andamento dell’azionario cinese.
Le relazioni con gli Stati Uniti hanno subito di recente un ulteriore deterioramento e l’allontanamento tra i due big dell’economia mondiale prosegue. “Non ci aspettiamo che le relazioni migliorino – ha chiarito Wang – ma il punto da cui si parte è davvero basso”.
Il decoupling tra le due economie è evidenziato dalla discesa della percentuale di deficit commercial
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