Avvio in rosso per Piazza Affari, mentre si attendono i dati tedeschi sull’inflazione

Di Gianluca Perrotti 2 minuti di lettura
Piazza Affari Milano

Avvio di giornata difficile per Piazza Affari, con il Ftse Mib in flessione dello 0,2% a 34.580 punti. Alcuni titoli riescono a registrare guadagni: Saipem cresce dell’1%, Finecobank dello 0,7% e Tenaris dello 0,5%. In controtendenza Erg che scende dell’1,1%, Stm dell’1% e Terna dello 0,9%.

L’attenzione degli investitori è rivolta ai dati sui prezzi al consumo tedeschi, anticipatori dell’inflazione dell’eurozona che sarà comunicata venerdì. Nella stessa giornata, negli Stati Uniti verrà reso noto l’indice core Pce, considerato dalla Federal Reserve il principale indicatore delle pressioni inflazionistiche.

Record del Nasdaq e rendimenti obbligazionari in rialzo

La seduta di ieri ha visto il Nasdaq raggiungere un nuovo record, mentre i rendimenti obbligazionari sono aumentati a seguito di alcuni dati macroeconomici che hanno sollevato incertezze sui tempi e l’entità dei possibili tagli dei tassi d’interesse.

Il mercato obbligazionario mantiene lo spread Btp-Bund stabile a circa 130 punti base, con il rendimento del decennale italiano al 3,93% e quello del Bund al 2,63%. Sul fronte delle materie prime, l’oro continua a consolidarsi sopra i 2.350 dollari l’oncia, mentre il petrolio Brent supera gli 84 dollari al barile, spinto dalle tensioni geopolitiche e in vista della riunione Opec+ prevista per il 2 giugno.

Attenzione ai Pmi cinesi e alla fiducia in Italia

I dati Pmi cinesi, attesi venerdì, attirano l’attenzione degli operatori, specialmente dopo che il Fondo Monetario Internazionale ha rivisto al rialzo le stime di crescita del Pil della Cina al 5% per quest’anno e al 4,5% per il prossimo. Oggi in Italia verranno pubblicati gli indici di fiducia dei consumatori e delle imprese, informazioni cruciali per valutare lo stato di salute dell’economia nazionale.

Nel mercato Forex, il cambio euro/dollaro rimane stabile a 1,0855, mentre il dollaro/yen si attesta poco sopra quota 157. Questi dati riflettono un momento di relativa stabilità nelle valute principali, nonostante le tensioni geopolitiche e le aspettative sui tassi di interesse influenzino le dinamiche di mercato.

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