Avanzano i prestiti in un momento di profonda crisi economica

Di Alessio Perini 2 minuti di lettura
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In Lo spettro di una crisi economica preoccupa molto gli italiani, che sono pessimisti sul futuro e si aspettano un peggioramento della situazione attuale. Un segnale tangibile è l’aumento della domanda di prestiti, rate e consulenze sul sovraindebitamento.

La crisi che colpisce soprattutto le famiglie

Secondo l’ultimo rapporto Eurispes, l’87% degli italiani risente gravemente dell’attuale scenario economico, tanto che il 45% delle famiglie riesce a sbarcare il lunario solo con i propri risparmi. Se il 54% degli intervistati ha usufruito di un prestito di banche, amici o parenti, allora un italiano su tre preferisce pagare i propri acquisti a rate.

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Anche le richieste di consulenza pervenute a Legge3.it sono aumentate del 45% tra il 2021 e il 2022 e sono a disposizione di privati ​​e imprese per aiutarli a uscire da una situazione di sovraindebitamento.
Lo scorso anno Legge3.it ha firmato 825 studi di fattibilità e 410 contratti di consulenza, rispettivamente il 60% e il 93% in più, afferma Gianmario Bertollo, fondatore della piattaforma.

Da un lato questi dati sono davvero preoccupanti, poiché ci rimandano allo scenario di un diffuso sovraindebitamento, dall’altro mostrano una maggiore conoscenza degli strumenti offerti dallo Stato italiano per uscire da queste situazioni.

Secondo Bertollo l’educazione finanziaria non è sufficiente per tutte le fasce della popolazione, e sia la legge n. 3 del 2012 sia le successive integrazioni contenute nel nuovo Codice della crisi sono poco conosciute dalla maggior parte dei cittadini.

Sfortunatamente, fino a quando non ci saranno informazioni adeguate su questi temi, non ci si possono aspettare grandi cambiamenti.

E sebbene i pronostici per il 2023 e 2024 sembrano essere positivi, con crescite che si annunciano piccole e non rispecchiano i pronostici post covid e calcolati prima del conflitto russo-ucraino,  gli italiani non sono così propositivi, anzi sembrano davvero preoccupati per un’Italia la cui ripartenza è ritardata da inflazione e costi dell’energia.

 

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