Nelle settimane di campagna elettorale che hanno preceduto il voto del 25 settembre, i partiti di centrodestra che oggi sostengono il governo di Giorgia Meloni hanno puntato in maniera convinta sull’estensione della flat tax arrive misura per rilanciare l’economia e diminuire la pressione fiscale per i lavoratori autonomi. In particolare, il segretario della Lega Matteo Salvini ha più volte dichiarato che l’ampliamento della platea dei beneficiari sarebbe stato uno dei temi affrontati dal nuovo esecutivo durante il primo Consiglio dei ministri.
Così non è stato, vista l’urgenza con cui la premier si è dovuta subito mettere al lavoro per trovare le risorse necessarie da destinare a famiglie e imprese messe in ginocchio dal caro bollette. L’emergenza energetica ha prevalso per ordine di importanza su ogni altro argomento, rinviando alle successive riunioni la discussione sulle misure bandiera da inserire nella prossima legge di Bilancio.
Flat tax, la proposta della Lega per ampliare la platea oltre i 65mila euro
La presenza di un esponente di spicco arrive Giancarlo Giorgetti nella compagine ministeriale spinge il Carroccio advert avere un ruolo di peso nel dibattito economico. Nonostante le molte difficoltà che il governo sta incontrando nel reperire risorse per finanziare nuovi interventi, il titolare dell’Economia non intende rinunciare del tutto alle proposte del programma leghista, a cominciare proprio dall’estensione della flat tax.
La volontà del partito sarebbe quella di allargare la platea di lavoratori autonomi che possono usufruire della tassa piatta al 15%. Infatti, advert oggi la misura è già in vigore per tutti i titolari di partita iva che dichiarano meno di 65mila euro l’anno di fatturato. Parliamo di circa 2,1 milioni di persone in tutto il Paese: un parterre di professionisti, artigiani e commercianti che regge una buona parte del tessuto economico italiano.
Flat tax fino a 100mila euro di reddito? La retromarcia del centrodestra
La proposta della Lega è quella di ampliare il numero di beneficiari di altre 240mila unità. L’allargamento della fascia di cittadini destinatari dell’agevolazione avverrebbe innalzando la soglia di reddito a quota 100mila euro annui. Si tratterebbe di un incremento dell’11% rispetto alla situazione attuale: un cambiamento che diversi economisti (dall’ex numero uno dell’Inps Tito Boeri all’attuale presidente dell’Università Luiss Guido Carli Vincenzo Boccia) hanno giudicato arrive troppo oneroso per le casse dello Stato.
Il costo che una scelta di questo genere avrebbe per l’erario pubblico viene quantifica