Se nell’articolo precedente ci siamo soffermati sulle motivazioni tecniche che potrebbero generare ad ottobre l’ aumento del costo del gas e dell’energia elettrica. In questo articolo parleremo delle idee del Governo per risolvere la temuta questione
Un altro elemento di costo che genera l’aumento del risultato finale e del costo dell’energia è il costo dei permessi di emissione di CO2. Nel mercato europeo delle quote di gas inquinanti, i produttori di anidride carbonica sono costretti ad acquistare le cosiddette quote di emissione.
I prezzi di queste quote vengono progressivamente alzati per spingere le aziende verso il de-carbonizzare, a ridurre sempre più la loro domanda di carbone a favore di forme di produzione energetica più sostenibili e più pulite. Tutto ciò è coerente con la politica ambientale di tutti i paesi europei e, in generale, delle organizzazioni sovranazionali. Ecco perché anche la necessità di passare ad altre forme di energia per stimolarne l’utilizzo, sia da parte dei privati che delle aziende, continua ad essere una delle sfide più sensibili e tangibili per le nostre istituzioni.
Il presidente del Consiglio Draghi e il ministro Chingolani, insieme al resto della squadra di governo, stanno già studiando possibili soluzioni per cercare di rendere meno oneroso il prossimo aumento del conto per famiglie e imprese. A dirla tutta, ci sono stati pareri emessi, ad esempio, dal deputato alla Commissione parlamentare Bilancio Gianni Del Moro, che prevedono che l’aumento del costo del gas e dell’energia elettrica in bolletta sarà intorno al 25% / 30%. Si parla sempre di grandi numeri, ma queste previsioni sono un po’ più ottimistiche. Abbiamo detto che il governo sta già valutando tutte le possibili soluzioni per incidere sull’aumento dei costi e renderlo più accettabile per le tasche degli italiani. Come già avvenuto per l’ultimo trimestre, iniziato nel mese di luglio, sono previste interferenze con gli oneri di sistema, ovvero quelle voci di costo fisso che sono elencate in fattura e che sono relative ad attività di interesse generale per il sistema elettrico trovano applicazione in ogni caso di tutte le aziende, indipendentemente dal fornitore scelto per l’acquisto. Si è parlato anche di rivedere altri dati riservati, come l’IVA. Queste e altre misure sono allo studio e saranno finalizzate nelle prossime ore, presumibilmente, saranno inseriti in un progetto di diritto della concorrenza che sarà studiato dal governo ed è atteso nei prossimi giorni.