Aumentano nel Belpaese i lavoratori stabili: 329mila in più a dicembre 2022

Di Alessio Perini 4 minuti di lettura
5 mosse vincenti

I dati provengono dal  Bollettino Excelsior di Unioncamere e ANPAL, che informano che i nuovi ingressi nel lavoro stimati per dicembre 2022 ammontavano a 329mila unità, numero destinato a salire fino a 1,2 milioni nel trimestre che termine a  febbraio 2023, con i contratti a tempo indeterminato che riguardano il 24% del totale stimato.

Fotografia del precariato italiano

Gli ultimi dati dell’osservatorio INPS sui precari dipingono un quadro del mercato del lavoro meno fosco di quanto si possa pensare. È vero che il numero delle nuove assunzioni termina a ottobre 2022, ma bisogna anche riconoscere che nell’ultimo trimestre dell’anno appena concluso le aziende erano molto consapevoli dell’incertezza economica che persisteva. 

Sulla base dei dati dell’Osservatorio INPS per i primi 10 mesi del 2022, torna un po’ di fiducia

I numeri delle assunzioni attivate dai datori di lavoro privati sfiorano i 7 milioni di nuovi contratti nei primi dieci mesi del 2022, ovvero  +14% rispetto al precedente anno. Record storico per l’attivazione dei contratti a tempo indeterminato, che sono aumentati del +24%, ripetendo il “boom” del 2015. La conversione dei contratti a tempo determinato in contratti a tempo indeterminato è addirittura aumentata del +56% nell’anno. Nei primi dieci mesi del 2022, rileva l’Osservatorio INPS, l’insieme delle stabilizzazioni (da contratti a tempo determinato e apprendistato a tempo indeterminato) ha raggiunto il picco degli ultimi dieci anni, superando il record del 2019.

Positivi anche i dati relativi agli altri contratti, ovvero nuovi assunti a tempo determinato (+20%), apprendistato (+14% e +6% conferme al termine del percorso formativo), contratti a tempo determinato (+13%) , stagionali (+11%) e amministrativi (+7%). Nei primi dieci mesi del 2022 sono aumentate annualmente le assunzioni di lavoratori con contratto a tempo determinato e a  tempo indeterminato. Si segnala un aumento del 68% per i contratti a tempo indeterminato rispetto al +5% per i contratti a tempo determinato.

La revisione delle regole del lavoro interinale con il riavvio dei bonus per i settori stagionali potrebbe riservare grandi sorprese nel 2023

L’analisi INPS dei Contratti di Prestazione Occasionale (CPO) fino a ottobre 2022 registra 14.770 dipendenti, il 6% in meno rispetto al 2021, con una retribuzione media mensile lorda di 236 euro. Alla stessa data, invece, il numero dei lavoratori pagati tramite Libretto Famiglia (LF) era di 12.284, il 4% in meno, con una retribuzione media lorda di 180 euro al mese. Tuttavia, ci sono anche punti deboli. Se è vero che sono aumentate le assunzioni e si è accorciato il gap di precarietà, è anche vero che sono aumentati del 21% (rispetto allo stesso periodo del 2021) anche i licenziamenti con lo stesso andamento in tutte le tipologie di contratto: intermittente (+ 34), a tempo determinato (+22%), di apprendistato (+20%), stagionali (+19%), a tempo indeterminato (+18%) e a tempo determinato (+16%).

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