Aumenta l’energia si riducono i margini di guadagno per le imprese

Di Redazione FinanzaNews24 2 minuti di lettura
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Il Margine Operativo Lordo (MOL) delle imprese italiane è minacciato dall’alto prezzo dell’energia, che, con impatti diversi a seconda del settore manifatturiero, può scendere drasticamente, mettendo in pericolo la loro operatività. i costi potrebbero generare margini operativi negativi per una quota pari all’8,2% delle imprese attive che impiegano circa il 20% dei dipendenti. Le imprese sono circa 355mila, di cui 307mila nel settore dei servizi (9,1%) e circa 47,6mila nell’industria (5,4%).

Alto costo dell’energia, prezzi invariati, margini minimi

Ad oggi è ragionevole ipotizzare un impatto eterogeneo sui margini di profitto aziendale.
Questa, ovviamente, non è una sorpresa. L’effetto cumulativo dell’alto costo dell’energia, dell’inflazione e dell’aumento dei consumi di combustibili e materie prime sta mettendo a dura prova la struttura produttiva del Paese da diversi mesi. Come sottolinea l’Istat, l’impatto complessivo sulle singole imprese dipende dal grado di utilizzo delle diverse fonti e dal contesto operativo.

Cosa dice l’Istat?

Nel 2019 l’aumento dei prezzi dell’energia significherebbe un EBITDA negativo per 355.000 aziende con una forza lavoro totale di 3,4 milioni (2,5 milioni nei servizi e 85.000 nell’industria).
Nell’industria si va dal 57,9% della carta con EBITDA negativo al 41,7% della metallurgia. Nel settore tessile l’incidenza sarà minore (21,2%), ma interesserà una quota maggiore di lavoratori (41,5%). Nei servizi l’impatto è meno significativo, ma l’impatto sull’occupazione è ancora elevato (più di un terzo del totale).

Impatto su redditività, prezzi e occupazione

A settembre, ricordiamolo, l’inflazione ha segnato un cambio di tendenza dell’indice dell’intera comunità (NIC) pari all’8,9% (+8,4% un mese prima). C’è anche un altro fattore da considerare: la possibilità di trasferire costi aggiuntivi sui prezzi realizzati per ridurre l’impatto sulla redditività, che a sua volta mette a rischio anche i livelli occupazionali.
Secondo l’Istat, ad agosto sono proseguiti i segnali di calo occupazionale: un calo dell’occupazione rispetto a luglio (-0,3%, pari a -74mila unità) e un aumento del numero degli inattivi (+0,7%, 91mila unità).

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