I titoli di Stato dell’area euro, e in particolare i BTP italiani, attraversano un momento critico in attesa di due eventi chiave: il dato sull’inflazione del blocco euro previsto per oggi, 31 maggio 2024, e le decisioni sui tassi d’interesse della BCE guidata da Christine Lagarde. I BTP a 10 anni hanno recentemente superato la soglia del 4%, un livello non visto dalla fine di aprile, raggiungendo un massimo del 4,06%. Tuttavia, i tassi hanno fatto retromarcia, scendendo sotto il 4%, riflettendo la volatilità del mercato.
Volatilità dei BTP e tensioni sui mercati
Il tasso dei BTP a 10 anni è sceso sotto il 4% dopo aver toccato il 4,0129% ieri, segnando un’inversione rispetto al minimo intraday del 3,9% del giorno precedente. Lo spread BTP-Bund è diminuito a 131 punti base, dopo aver raggiunto i 133 punti base. La soglia del 4% viene attentamente monitorata dai mercati e dal governo italiano, che vede nel calo dello spread un segnale di fiducia degli investitori.
Negli ultimi sei mesi, i rendimenti dei BTP decennali sono scesi di 26 punti base, ma nell’ultimo mese hanno registrato un aumento di 10 punti base. Questa dinamica riflette l’ansia globale sui tassi d’interesse, alimentata da una persistente inflazione che non accenna a diminuire, allontanando le prospettive di tagli significativi dei tassi da parte delle banche centrali.
Dati sull’inflazione e aspettative sui tassi
I mercati monetari sono in fibrillazione per i dati sull’inflazione tedesca, che hanno mostrato un’accelerazione inaspettata con un CPI al 2,8% annuo, superiore al previsto 2,7%. Questa sorpresa ha ridotto le aspettative di ulteriori tagli dei tassi da parte della BCE nel breve termine. La probabilità di un secondo taglio dei tassi a luglio è scesa a poco più del 10%, rispetto al 30% di inizio mese.
Ieri, i rendimenti dei BTP sono diminuiti sotto il 4%, grazie anche al calo dei tassi dei Treasury USA. I rendimenti dei Treasury a 10 anni sono scesi al 4,588% dopo aver superato il 4,6% ieri. Anche i rendimenti degli altri titoli di Stato europei sono in calo, contribuendo a un allentamento della tensione sui mercati.
Oggi, l’attenzione si concentrerà sui dati sull’inflazione dell’Eurozona e degli Stati Uniti. Barclays prevede un aumento dell’inflazione nell’area euro al 2,5% annuo e un rafforzamento della componente core dal 2,7% al 2,8%. Negli Stati Uniti, il PCE core, l’indice dei prezzi delle spese per consumi personali, è previsto in crescita del 2,8% su base annua, segnando una fase di stallo nel processo disinflazionistico.