Assunzioni nelle aziende in crisi

Di Valentina Ambrosetti 4 minuti di lettura
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La Legge di Bilancio 2022 prevede un nuovo bonus per incentivare l’assunzione di lavoratori nelle aziende in crisi. Si tratta di un’esenzione dal pagamento dei contributi ai datori di lavoro che assumono personale proveniente da aziende in difficoltà con il contratto a tempo indeterminato. Il governo ha stanziato un totale di 15 milioni di euro per la costruzione dell’impianto fino al 2025

Scopriamo come funziona il bonus assunzione per le aziende in difficoltà, chi ne ha diritto, i relativi contratti, la dimensione e come ottenerlo. Il Bonus Assunzioni per Dipendenti di Aziende in Crisi è un meccanismo che prevede sgravi fiscali totali per i datori di lavoro privati ​​che assumono ex dipendenti di qualsiasi età da aziende in difficoltà con le procedure di crisi aziendale aperte con il MISE. Ciò vale per il rapporto di lavoro stabile, cioè a tempo indeterminato, anche in caso di variazione del rapporto di lavoro.

Non si tratta, infatti, di un provvedimento del tutto nuovo, ma bensì di una proroga del cosiddetto Premio Lavoro Giovani, che prevede l’esonero totale dalle tasse per l’assunzione (o trasformazione) a tempo indeterminato dei giovani al di sotto dei 36 anni nel biennio 2022 previsto dalla Finanziaria 2021 (comma 10 dell’articolo 1, Legge 30 dicembre 2020, comma 178). L’articolo 30 della Legge di Bilancio 2022 estende i benefici, a partire dal 2022, ai lavoratori di tutte le età se provengono da aziende in crisi presso il Ministero dello Sviluppo Economico.

La Legge di Bilancio 2022 ha stanziato complessivamente 15 milioni di euro fino al 2025 per l’esenzione contributiva per l’assunzione di lavoratori nelle imprese in crisi. Nello specifico ha autorizzato una spesa massima di 2,5 milioni di euro per il 2022, 5 milioni di euro per il 2023, 5 milioni di euro per il 2024 e 2,5 milioni di euro per il 2025. Il bonus assunzione per i dipendenti delle aziende in crisi spetta a tutti i datori di lavoro privati, compresi quelli del settore agricolo, che impiegano dipendenti di imprese in crisi di cui al comma 852 dell’articolo 1 della legge 27 dicembre 2006, n. 296. Le amministrazioni pubbliche e le società del settore finanziario non possono beneficiare dell’esenzione fiscale. L’incentivo all’assunzione di lavoratori da aziende in crisi nasce nei seguenti casi: nuovi dipendenti a tempo indeterminato e trasformazione del contratto a tempo determinato in contratto a tempo indeterminato, effettuata nel 2022. Le esenzioni contributive per l’assunzione di lavoratori di aziende in situazione di crisi sono concesse fino ad un massimo di 6.000 euro annui con ricalcolo mensile per un massimo di 3 anni ( 36 mesi). Il termine è stato esteso a 48 mesi per l’occupazione nelle regioni Abruzzo, Molise, Campania, Basilicata, Sicilia, Puglia, Calabria e Sardegna, in linea con il voucher lavoro giovanile, che prevede una maggiore durata degli incentivi al lavoro al sud. Così, il datore di lavoro può ricevere benefici nel pagamento dei contributi fino a 18.000 euro dell’importo di ciascuna iscrizione (24.000 euro per le assunzioni al Sud). Il bonus assunzione per i dipendenti di un’azienda in difficoltà prevede una riduzione del 100% su tutti i contributi dovuti da un datore di lavoro privato. Sono esclusi solo i contributi INAIL, che comunque devono essere pagati dal datore di lavoro.

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