In un momento storico in cui si parla di una possibile piattaforma unica INPS in cui inserire tutte le ore di lavoro dei rider e dei corrieri italiani occorre ricordare che da febbraio 2020 vi erano già degli obblighi da parte dell’INAIL.
é trascorso infatti già più di un anno da quando l’assicurazione INAIL è obbligatoria per i rider e i corrieri che sarebbero stimati circa 1 milione. Scopriamo in cosa consiste e quali sono le tariffe per i corrieri. Dal 1 febbraio 2020 è infatti entrato in vigore l’obbligo assicurativo dell’INAIL per autisti, ciclisti, corrieri che effettuano consegne a domicilio tramite apposite piattaforme digitali. In una nota, l’INAIL ha infatti fornito alcune istruzioni affinché i datori di lavoro si attengano tempestivamente per evitare di eludere un nuovo obbligo assicurativo.
I rider hanno diritto agli stessi servizi dei dipendenti: i corrieri devono informare immediatamente il datore di lavoro di qualsiasi infortunio, anche di lieve entità e in itinere, e segnalare la malattia professionale tramite numero di identificazione del certificato medico di infortunio, la data di rilascio e i giorni di prognosi previsti.
Il premio assicurativo è pagato per intero dall’azienda di delivery e deve essere pagato anticipatamente: per determinare lo stipendio, il numero di giorni di attività effettiva che i rider dovrebbero fare e moltiplicare per il costo della normale retribuzione giornaliera, che attualmente è 48,74 euro. Successivamente l’INAIL invierà tramite la PEC il certificato di assicurazione e un calcolo del premio che fissa l’importo da pagare in anticipo utilizzando il modello F24.
L’INAIL ha inoltre chiarito che il premio è determinato in base al livello di rischio connesso all’attività svolta, quindi è importante che l’azienda indichi anche i mezzi utilizzati dal dipendente per la consegna, nonché la percentuale di attività svolta in relazione ai vari mezzi. D’altronde per i cosiddetti riders, ossia i fattorini che per mezzo di bici e moto si occupano di effettuare consegne a domicilio per il proprio datore di lavoro, si applicano le stesse norme e tutele del lavoro subordinato. Ciò è stato sancito dalla Corte Costituzionale con la Sentenza n. 1663/2020 quando i giudici hanno accolto il ricorso di un gruppo di ciclo-fattorini per ottenere l’applicazione delle protezioni proprie del lavoro subordinato.