(BorsaeFinanza.it) Sulla base della variazione dell’indice dei prezzi al consumo dell’ISTAT, l’assegno di maternità per il 2023 è stato rivalutato dell’8,1%. A gestire quest’importante bonus restano sempre i Comuni di residenza, mentre ad erogare l’importo è l’INPS. L’assegno di maternità di base, spesso chiamato anche dei Comuni, forma con l’AUU (l’Assegno Unico e Universale) uno dei più importanti sostegni per agevolare le famiglie. Ecco tutto quello che c’è da sapere su questo fondamentale supporto economico destinato alle madri.
Assegno di maternità 2023: cos’è di preciso
Istituito dall’articolo 66 della legge n. 448 del 23 dicembre 1998, l’assegno di maternità di base – definito pure chiamato bonus mamme disoccupate – è concesso dai Comuni e si rivolge alle donne che non usufruiscono di altre indennità di maternità. Se invece la lavoratrice percepisce un’indennità inferiore all’assegno del Comune, l’importo è integrativo e corrisponde alla differenza rispetto alla prestazione complessiva.
L’assegno è pensato soprattutto per chi è madre da poco e ha un basso reddito. In molti casi, ha per destinataria chi è senza lavoro. Si differenzia, però, sia dall’AUU che dall’assegno statale di maternità riservato alle precarie con lavori atipici e discontinui (e almeno tre mesi di contributi dai 18 ai 9 mesi prima della nascita del figlio), oggi dismesso e assorbito dall’assegno unico.
Come funziona l’assegno di maternità comunale: chi ne ha diritto
Il bonus mamme disoccupate è una classica prestazione a domanda, naturalmente in presenza di spec
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