(Money.it) L’assegno di mantenimento è spesso una questione spinosa, soprattutto quando non vi è accordo fra gli ex coniugi. Nonostante la necessità del mantenimento, la mancanza di requisiti prestabiliti per il suo calcolo rende spesso difficile comprenderne l’importo e la valutazione legale, portando molte persone a percepire quest’obbligo mensile come un vero salasso.
Indubbiamente, se diventa oggettivamente impossibile sostenere quella spesa, il genitore obbligato ha il pieno diritto di chiedere una revisione al giudice, che a seconda dei casi determinerà una una revoca o una riduzione dell’obbligo di mantenimento. Questo è possibile soltanto nel caso in cui siano intervenute circostanze nuove rispetto a quelle affrontate al momento della determinazione dell’assegno, ad esempio per il genitore che perde il lavoro.
La sola perdita del lavoro, però, non comporta automaticamente la modifica del mantenimento, ma soltanto quando strettamente correlata con un’impossibilità di adempimento. Vediamo allora quando si riduce l’assegno di mantenimento se chi lo paga perde il lavoro.
Chi paga il mantenimento perde il lavoro, quando si riduce l’assegno
Se chi paga l’assegno di mantenimento, nei confronti del coniuge, dei figli o di entrambi, perde il lavoro potrebbe avere diritto a una riduzione dell’importo mensile. Contrariamente a quanto si pensi, però, la semplice condizione di disoccupazione non comporta necessariamente un cambiamento dell’assegno di mantenimento.
Di fatto, anche in caso di perdita improvvisa del lavoro, si considera la fase di disoccupazione come momentanea e facilmente risolvibile. Uno dei primi elementi valutati nella revisione dell’assegno di mantenimento è qu
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