In due anni la Sardegna potrebbe dire addio al carbone anche prima delle date stabilite dal governo. Lo scenario, che si avvicina rapidamente, sarà regolato da un contratto che verrà firmato nelle prossime settimane. Il contratto, che prevede una bozza molto dettagliata, un sistema per il pagamento del regime tariffario a un privato e severe sanzioni in caso di mancato rispetto delle scadenze. Insomma, anticipando il metano, e forse contro di esso, entro ventiquattro mesi la Sardegna avrà in funzione nuovi (e innovativi) sistemi di accumulo di energia, pari alla capacità generata da una delle due centrali a carbone attualmente attive sull’isola e a pieno regime.
Nel 2024 una delle due centrali a carbone potrebbe essere chiusa senza alcun impatto sulla rete o sul sistema. E due anni dopo, un altro subirà la stessa sorte se entrerà in funzione il T-Link (un cavo sottomarino che collegherà la Sardegna con la Sicilia e la penisola). E’ questo il clamoroso e inaspettato risultato di quanto attendevano con impazienza esperti e amministratori delegati: la conclusione dell’asta del “mercato della capacità” indetta ieri dal gestore nazionale della rete ad alta tensione Terna. Gli operatori, che al momento non possono diventare pubblici (lo saranno tra un mese), hanno proposto di realizzare un parco di batterie e energie rinnovabili da 247 MW al nord e un parco simile, leggermente più produttivo, da 253 MW al sud, che sarà lanciato dal 2024 e i successivi 15 anni.
In cambio di questa assicurazione di fornire energia a richiesta al gestore in qualsiasi momento, Terna pagherà un prezzo per questa energia disponibile: e trattandosi di un’asta, non per comprare qualcosa, ma per vendere, il prezzo dovrebbe scendere. Il vincitore è stato colui che ha offerto tutta questa energia al prezzo più basso possibile, partendo da una base d’asta molto più alta. La base d’asta per questa gara di Terna, che ha riguardato l’intera Italia, suddivisa in aree geografiche e due sottoaree come la Sardegna settentrionale e meridionale, è stata di 70.000 euro per MWh all’anno. Quello che ha vinto l’asta in Sardegna, offrendo solo energie rinnovabili e risparmio, ha chiesto 51.000 euro. Con due semplici moltiplicazioni, si scopre che chi si è aggiudicato l’asta riceverà dal 2024 al 2038 189 milioni di euro per l’intervento al nord e 193 milioni per l’intervento al sud. Per trasformare la propria partecipazione all’asta in un affare, chi l’ha vinta deve solo spendere per la progettazione, realizzazione e gestione di due parchi di energia rinnovabile e accumulare meno di quanto riceverà dal sistema tariffario in questi quindici anni. , che ha indetto una gara sotto la vigilanza dell’Autorità di regolazione della rete, è in linea con quanto previsto dalla legge 2020 e dal Decreto Sistema Energetico sardo firmato dal Presidente del Consiglio Draghi.
In entrambi i documenti l’essenziale è: la chiusura delle centrali a carbone entro il 2025, come previsto dal Piano Energia Clima, e la ricerca di una massa di energia che garantisca il sistema prima dell’avvio di Tirreno-link , che dopo la chiusura delle centrali. Servono 550 megawatt (quello che produce l’impianto Enel di Portovesma, poco meno di quello che Fiumesanto immette in rete) per mantenere stabile il sistema, ha detto Terna. L’enorme crescita delle energie rinnovabili, fotovoltaiche ed eoliche, che per loro natura non possono essere programmate o regolate, ha dovuto essere accompagnata da una certa produzione di energie alternative. Secondo le indicazioni di legge, la produzione in sicurezza di energia doveva avvenire (con centrali spente) da metano. Le stesse fonti di energia rinnovabile saranno ora una componente importante della produzione sicura di batterie. E poi compaiono i personaggi principali ei vincitori di questa mano. Fonti autorevoli vicine al fascicolo confermano che Ep Produzione, che opera a Fiume Santo, non ha partecipato a questa asta proprio perché, a partire dal 2024, non poteva avere alcuna fiducia sull’effettivo utilizzo del metano per la produzione di energia. È possibile che partecipi all’asta entro il 2025. Invece, è noto che Enel ha partecipato a questa e ha probabilmente “vinto” due capacità dalla Sardegna offrendo progetti chiavi in mano nell’ambito del programma “tutto elettrico” della Sardegna.