Anche in autunno potresti soffrire di allergie

Di Valentina Ambrosetti 3 minuti di lettura

In autunno, insieme all’abbassamento della temperatura e alla caduta delle foglie, si diffondono alcuni allergeni.

Gli  allergeni autunnali, i loro sintomi e i test che devono essere fatti per fare una corretta diagnosi

L’autunno è la stagione riproduttiva dell’ambrosia, della parietaria e, in misura minore, dei cereali, nonché delle allergie a muffe e acari. Questi ultimi sono presenti tutto l’anno, ma è proprio quando la temperatura scende dopo il periodo di calura estiva che si diffondono più fortemente, mentre le muffe aprono le loro spore al caldo e le diffondono nell’aria fino all’autunno. Si tratta di allergie che possono manifestarsi principalmente con problemi respiratori simili a un raffreddore persistente, ma da non sottovalutare. Per una corretta diagnosi, soprattutto se il “raffreddore” si ripresenta ogni anno in questo periodo, è importante valutare a quali allergeni si è allergici e prescriverli, impedendo la ricomparsa dei sintomi.

Allergie autunnali: sintomi

I sintomi dell’allergia autunnale sono comuni con i sintomi dell’allergia primaverile o in altre stagioni in generale: starnuti ripetuti, naso che cola, prurito e naso chiuso, lacrimazione e fotosensibilità, bruciore, arrossamento e prurito agli occhi.

Nei casi più gravi, le allergie possono portare all’asma allergico, ma possono verificarsi anche allergie ad altri allergeni, come nel caso dell’allergia all’ambrosia, che spesso è associata anche ad allergie ad altri pollini o acari. In alcuni casi si possono verificare delle cosiddette reazioni crociate con determinati alimenti, spesso dopo aver mangiato frutta o verdura, che si manifestano con reazioni allergiche, prurito alla gola, a volte gonfiore delle labbra, della lingua o delle palpebre.

Quali i test diagnostici in caso di sospette allergie?

Per i sintomi allergici si consiglia di consultare uno specialista per accertamenti diagnostici e successivo intervento con terapia mirata. Il test per la diagnosi, eventualmente anche di allergia crociata al cibo, viene effettuato in clinica con due test speciali: il prick test e la dose specifica di IgE. Sono esami che non richiedono una preparazione particolare da parte del paziente, sono indolori e si eseguono rapidamente. In particolare, il prick test prevede la perforazione della pelle con un ago, consentendo a una piccola quantità di allergene di penetrare durante il trattamento: se dopo 20 minuti compare una protuberanza rossa e calda attorno al sito di iniezione, allora il paziente è sensibile all’iniezione allergene.

In alcuni casi, il risultato di un prick test è confermato dalla ricerca di IgE specifiche nel sangue, un test che viene eseguito su un campione di sangue venoso.

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