(Money.it) Tutti i chiamati all’eredità possono decidere liberamente se accettarla o meno, anche se la strada della rinuncia può apparire decisamente più conveniente se il defunto aveva molti debiti. Per natura stessa, la rinuncia può essere effettuata soltanto da chi è designato come erede, per legge o per testamento, ma per non incorrere in errori bisogna tenere conto anche del principio di rappresentazione. Alcuni familiari, proprio come i nipoti, non sono, infatti, automaticamente riconosciuti come eredi alla morte dei nonni, nonostante ciò, in alcuni casi devono rinunciare all’eredità se non vogliono subentrare nei debiti dei nonni defunti.
Quando i nipoti diventano eredi e devono fare la rinuncia
I nipoti sono chiamati all’eredità essenzialmente in due circostanze:
- Per testamento.
- Per rappresentazione.
Quando è il testamento stesso a nominare i nipoti come eredi la necessità di scegliere fra accettare o rifiutare l’eredità è evidente, anche se bisogna ricordare che i legatari – a cui viene lasciato un bene specifico anziché una quota – non subentrano nel patrimonio del defunto e nemmeno nei suoi debiti, essendo il loro lascito ereditario limitato a un bene determinato.
La situazione può apparire più complessa quando il genitore è defunto oppure rinuncia all’eredità, perché in questo caso subentrano di diritto i figli, quindi i nipoti del de cuius. La legge ha istituito il principio di rappresentazione per evitare la dispersione dell’eredità e allo stesso tempo attuare una distribuzione quanto più equa possibile. In virtù di questo principio, perciò, subentrano nella posizione di chiamati all’eredità altri familiari, che altrimenti non sarebbero stati inclusi nella linea successoria.
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