Il famosissimo bonus 110% non è precluso a chi ha fatto piccoli abusi, l’importante sarà richiedere sanatoria. Lo dice l’Agenzia delle Entrate.
Molti erano i dubbi di ottenere il bonus del 110 % per i proprietari di immobili con piccoli abusi. Ma a dissiparli e a chiarire cosa fare l’Agenzia delle Entrate delle Marche che ha risposto ad un quesito del Collegio dei Geometri di Ancona.
Già con parere 91o del 1 agosto 2020, l’Agenzia delle Entrate delle Marche affermava quanto segue: ““basta una dichiarazione sostitutiva di atto di notorietà che riporti la data di inizio lavori e che descriva gli interventi come agevolabili. Si parla, dunque, di lavori di manutenzione ordinaria, di interventi per proteggere l’abitazione da atti illeciti da parte di terzi, dell’isolamento acustico, della cablatura, di interventi mirati al risparmio energetico con fonti rinnovabili, alla prevenzione di infortuni o alla messa a norma degli impianti. Sono tutte opere per le quali non c’è bisogno di un titolo abilitativo. Poi ci sono quelli che richiedono la comunicazione di inizio lavori, cioè la Cila, come ad esempio gli interventi liberi di piccola manutenzione straordinaria. Se l’abuso edilizio deriva, ad esempio, dall’uso di un permesso diverso da quello richiesto, è possibile chiedere una sanatoria da inviare all’Agenzia e accedere al superbonus del 110%: la sanatoria, infatti, blocca la decadenza dei benefici fiscali. Il margine di tolleranza è del 2% in altezza, distacchi, cubatura o superficie coperta, nel rispetto delle destinazioni e degli allineamenti. In un contesto simile, è possibile chiedere il superbonus quando gli abusi sono sanabili e fiscalmente tollerabili. Occorrerà una dichiarazione sostitutiva dell’atto di notorietà che riporti la data di inizio lavori e la tipologia dei lavori o una dichiarazione di eccedenza limitata al 2%. Se invece gli abusi superano questa soglia oppure viene chiesto per edifici su cui sono stati effettuati degli interventi di manutenzione straordinaria o di ristrutturazione più robusti – si legge ancora -, bisognerà risalire all’ultima situazione legittima e presentare una domanda di sanatoria, demolendo la parte eccedente o pagando una sanzione”.