Ammortizzatori sociali: ad ottobre si cercherà di avviare delle riforme

Di Antonia De La Vega 4 minuti di lettura
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Rinviata la Riforma degli ammortizzatori sociali e del lavoro prevista dal PNRR: potrebbe essere inserita nella Legge di Bilancio 2022

L’unica certezza in questo momento è un rinvio: la riforma del sistema di protezione sociale non parte. Attesissime le riforme per la cassa integrazione, che non arriveranno prima dell’autunno, che coincide con la fine della cassa integrazione Covid. Pertanto, le scadenze governative sono posticipate da fine luglio fino al periodo successivo alle ferie estive. L’ipotesi più probabile è l’introduzione di una riforma nella prossima Legge di Bilancio. Gli ammortizzatori sociali non sono l’unica riforma che è stata trascurata: deve ancora essere completata anche la riorganizzazione del fisco, il cui disegno di legge avrebbe dovuto approvare il governo a fine luglio. Ferma anche  la riforma delle pensioni, dopo il tavolo del 27 luglio i. I tre capitoli, Fiscalità, Lavoro e Previdenza, riapriranno a ottobre: ​​inseriti nella Legge di Bilancio 2022 o come ordinanze esecutive legate alla manovra economica.

La riforma degli ammortizzatori sociali è prevista dal PNRR (Piano Nazionale di Risanamento e Resilienza): Affinché il PNRR fornisca benefici sostenibili in termini di produttività, qualità e quantità dei posti di lavoro creati, sono necessarie misure per migliorare strutturalmente le prestazioni del Paese in termini di prestazioni del mercato del lavoro.Mira a “semplificare le procedure di erogazione” e “allargare la portata dei beneficiari di interventi di sostegno al reddito” attraverso “la definizione di un sistema di protezione sociale più equo, sostenibile e in grado di far fronte al cambiamento. e alla volatilità del mercato del lavoro sostenendo la transizione “ad altri lavori e mitigare le conseguenze sociali delle crisi”.
Su questo fronte l’impegno è “sistematizzare l’ampliamento delle coperture nei rapporti continuativi, garantendo a tutti i lavoratori regimi speciali per integrare la retribuzione ordinaria e quella emergenziale, differenziando la durata e l’estensione del reddito di sostegno secondo le soglie dimensionali dell’azienda e le specificità caratteristiche del settore, con il rafforzamento del sistema di protezione sociale contro la disoccupazione e la disoccupazione, realizzando la tutela dei lavoratori temporanei e atipici. “Traduzione: ampliamento del fondo di riserva, anche per le imprese attualmente escluse per dimensione (piccole imprese) o per settore di appartenenza (commercio e servizi non hanno CIG regolari).

Nel complesso, a tutela dei disoccupati, ci si sta muovendo verso un tampone universale che superi l’attuale frammentazione (parzialmente ridisegnato con NASpI, che ha sostituito le precedenti indennità di mobilità e indennità). Prende inoltre in esame il sistema di tutela dei lavoratori autonomi e le politiche di sostegno al reddito, sempre più legate a politiche attive volte all’inserimento o al reinserimento delle persone nel mercato del lavoro. La griglia resta quella descritta, il dibattito all’interno della maggioranza e tra le forze sociali si concentra sugli strumenti e le risorse di attuazione. Ecco perché sembra probabile che tutto sarà legato alla Legge di Bilancio 2022.

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