(BorsaeFinanza.it) Le quotazioni dell’alluminio quest’anno sono andate in caduta libera. Dal picco di gennaio la materia prima ha perso circa un quinto del suo valore al London Metal Exchange e attualmente viaggia intorno ai 2.170 dollari a tonnellata. Il crollo è risultato addirittura del 40% se si considerano i massimi del 2022. Ciò che ha spinto in basso i prezzi è stata una serie di fattori: dal calo drastico della domanda in Cina con la crisi delle costruzioni alla debolezza economica in Europa e negli Stati Uniti.
A preoccupare gli investitori in particolare è la situazione di Pechino, dove un’altra tempesta sul colosso immobiliare Evergrande fa temere per la crescita del Dragone quest’anno e nel 2024. La Cina è il più grande produttore e consumatore di alluminio al mondo e quindi qualsiasi contrazione provenga da lì nutre legittimi dubbi sull’andamento positivo del metallo. L’alluminio infatti viene utilizzato ovunque: dalle costruzioni alle lattine per bevande, alle automobili e ai pannelli solari. “Stiamo avendo un raffreddamento dell’economia e i prodotti in alluminio sono strettamente legati al PIL di tutto il mondo” ha dichiarato Pål Kildemo, chief financial officer di Norsk
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