Con le modifiche strutturali del Reddito di cittadinanza stabilite dal governo Meloni la platea di beneficiari sarà ridotta esclusivamente a coloro che non sono in grado di svolgere un impiego, ossia disabili, anziani e famiglie in difficoltà con minori a carico. Per tutti gli altri il sussidio sarà abolito già alla fine del 2023. E nel frattempo non potrà essere percepito per più di otto mesi complessivi, oltre a decadere al rifiuto della prima offerta di lavoro (qui tutte le principali novità).
Il piano dell’esecutivo è quello di dar vita dopo il prossimo anno “ponte” a un nuovo sistema di aiuto sociale, i cui dettagli non sono tuttavia ancora noti. Quello che è certo è che la misura di sostegno statale emblema del Movimento 5 Stelle non esisterà più: le modifiche sono già state inserite nel disegno della Legge di Bilancio 2023. Proprio nella Manovra non risulta poi più esserci traccia del fondo sociale affitti, strettamente legato al Reddito di cittadinanza.
Il contributo affitto legato al Reddito di cittadinanza
Se fino a quest’anno i destinatari del sussidio economico contro la povertà avevano avuto la possibilità di usufruire di un contributo per l’affitto, con il governo Meloni questo sembrerebbe essere proprio stato azzerato. Il sostegno, alternativo a un contributo per il mutuo di 150 euro, era previsto per le diverse categorie di beneficiari e ammontava a poco meno di 300 euro:
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