(Money.it) Gli assegni previdenziali sono scesi e continueranno a scendere nel 2023. Non in termini assoluti, con la rivalutazione delle pensioni che è già in vigore e si può verificare sui cedolini di quest’anno; ma queste sono le cifre fornite da uno studio della Uilp, sindacato dei pensionati, che prova a stimare gli effetti di una rivalutazione non piena e del ritorno ai tagli sulla perequazione per l’anno in corso.
Il governo Meloni ha deciso, attraverso la legge di Bilancio, di tagliare le rivalutazioni delle pensioni per alcuni importi. Il ritorno di questi tagli, spiega il sindacato, ha riportato il meccanismo di calcolo al passato, con gli assegni di chi percepisce almeno quattro volte il trattamento minimo (circa 2.100 euro lordi) che sono saliti meno del previsto.
In particolare, per lo studio della Uilp, la flessione va dal 15% al 68%, andando a penalizzare ben 3,5 milioni di pensionati. Circa il 28% del totale di chi riceve un assegno previdenziale. Il report presentato dal sindacato permette di valutare l’impatto negativo per gli ex lavoratori, calcolando la perdita di valore degli assegni tra il 2011 e il 2022 e poi il taglio subito nel 2023.
Quanto hanno perso i pensionati fino al 2022
Secondo lo studio della Uilp, una pensione che nel 2011 era di 1.500 euro lordi mensili, nel 2022 vale 58 euro in meno, con una riduzione del p
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