Allargate le scadenze per le convocazioni dei Comuni nell’assegno di inclusione

Di Barbara Molisano 2 minuti di lettura
Assegno di inclusione

Il Ministero del Lavoro ha modificato le istruzioni sulle procedure per le convocazioni con i servizi sociali al fine di evitare la sospensione dell’assegno di inclusione. Le modifiche sono state introdotte con la nota 6062 del 28 marzo 2024, al fine di correggere le precedenti indicazioni e garantire una corretta gestione delle domande.

Scadenza per il primo incontro con i servizi sociali

La scadenza per il primo incontro dei richiedenti con i servizi sociali dei Comuni di residenza, fissata al massimo a 120 giorni, si calcola ora dal momento in cui l’INPS invia i dati al Comune e non più dalla data della firma del Patto digitale. Questa modifica è stata necessaria a causa dell’invio in ritardo dei dati delle domande da parte dell’INPS ai Comuni, che ha reso difficile predisporre gli appuntamenti nei tempi previsti dal decreto 48 del 2023.

Decadenza del diritto all’assegno

Il Ministero ricorda che è prevista la decadenza dal beneficio in caso di mancata presentazione del nucleo ad una convocazione. Per le domande presentate a partire dal 1° marzo 2024, il termine di 120 giorni dalla sottoscrizione del PAD entro i quali i beneficiari devono presentarsi per il primo appuntamento con i servizi sociali rimane invariato.

Se entro 120 giorni non c’è stata convocazione da parte dei servizi sociali, l’erogazione del beneficio viene sospesa e può essere riattivata successivamente. Se, invece, il nucleo beneficiario non si presenta al primo appuntamento senza giustificato motivo, perde definitivamente il diritto all’assegno di inclusione.

Nuove regole per le domande presentate successivamente

Per le domande presentate a partire dal 1° marzo 2024, resta valido il termine dei 120 giorni per la convocazione e il primo appuntamento con i servizi sociali. È fondamentale rispettare queste tempistiche per evitare la sospensione dell’assegno e la decadenza dal beneficio.

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