Alla Brexit l’Europa risponde spegnendo le serie TV made in UK

Di Antonia De La Vega 2 minuti di lettura
Brexit e serie Tv

Gli effetti della Brexit si fanno sentire anche nel settore dello spettacolo. L’UE si prepara ad agire contro la quantità “sproporzionata” di contenuti cinematografici e televisivi britannici mostrati in Europa riducendo la presenza di serie e film di produzione britannica su piattaforme come Amazon e Netflix.

Lo rivela The Guardian, anticipando un documento che circola a Bruxelles e che è stato presentato ai diplomatici l’8 giugno. Il Regno Unito è il più grande produttore europeo di programmi televisivi e cinematografici, sostenuto da 1,4 miliardi di sterline attraverso la vendita di diritti internazionali, ma il suo dominio è stato descritto come una minaccia alla “diversità culturale” europea.

L’iniziativa è partita in Francia con il sostegno di Italia, Austria, Spagna e Grecia. Secondo la direttiva europea sui servizi audiovisivi, la maggior parte del tempo di trasmissione deve essere destinato a detti contenuti europei sulla televisione digitale e deve costituire almeno il 30% del numero di titoli su piattaforme di video on demand (vod) come Netflix e Amazon. Paesi come la Francia sono andati oltre, fissando una quota del 60% per le opere europee in VOD e imponendo che il 15% del fatturato delle piattaforme sia speso per la produzione di opere audiovisive e cinematografiche europee.

Secondo il documento europeo visto da The Guardian, ‘post-Brexit’, si ritiene che l’inclusione di contenuti britannici in queste quote abbia portato a quella che è stata descritta come una quantità ‘sproporzionata’ di programmazione britannica sulla televisione europea. La disponibilità di contenuti britannici sui servizi di video on demand  può comportare una presenza sproporzionata di contenuti britannici con la quota europea di video on demand e ostacolare una più ampia varietà di posti di lavoro europei. La sproporzione quindi può incidere sul raggiungimento degli obiettivi di promozione delle opere europee e della diversità culturale fissati nella Direttiva sui servizi di media audiovisivi.

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