Il turismo nel Belpaese piange e anche alberghi e ristoranti: sono praticamente vuoti durante il primo giorno di Super Green Pass.
Tni Italia – Tutela Nazionale Italia afferma: “Non mancano solo i non vaccinati, mancano i turisti e moltissime sono le famiglie bloccate a casa tra isolamenti e quarantene: Mediamente da oggi le imprese della ricettività e della ristorazione perderanno una nuova fetta del loro fatturato: un -20% ulteriore che si va a sommare al -40% perso da Natale in poi”.
Raffaele Madeo, presidente di Tni Italia afferma: “Siamo affrontando, di fatto, un nuovo lockdown e senza aiuti inizieranno a chiudere le aziende e fioccheranno i licenziamenti. Solo i nostri associati hanno dichiarato 10mila esuberi. Siamo al disastro economico. Per questo torneremo con una delegazione a Roma, per un presidio”, mercoledì a partire dalle 12, in piazza dei Santi Apostoli. Il Governo deve intervenire con misure urgenti. Porteremo in piazza i 10mila licenziamenti. Per noi fare sindacato vuol dire anche fermare ogni deputato e senatore per spiegare loro i problemi delle nostre imprese. Ed è quello che faremo”.
Quali sono le priorità per questi settore?
- Cassa integrazione Covid,
- Credito d’imposta per quegli imprenditori che hanno i locali in affitto
- Moratoria sui finanziamenti.
Il direttore generale della Fipe Roberto Calugi, afferma: “Nelle città d’arte e in particolare nei centri storici, la situazione è tornata di grandissima crisi. Solo nel 2020 hanno chiuso in Italia 20mila aziende in Italia tra i pubblici esercizi e nel 2021 ne stimiamo altrettante. Mancano i turisti, il ritorno dello smart working impatta e le attività chiudono. E a questo vanno aggiunte le chiusure temporanee a causa di Covid o quarantene: Saltano le aziende di catering, i ristoranti di aeroporti e stazioni, le mense per non parlare di discoteche e sale giochi – afferma la Fipe -. Stiamo chiedendo al governo almeno la proroga della Cig Covid. Dal primo gennaio è scaduto il divieto di licenziamento ma se non si riescono a tenere le aziende in piedi si è costretti a licenziare decine di migliaia di persone”.
A Roma la Fiepet Confesercenti afferma: “Oltre duemila aziende hanno dovuto ridurre l’orario a causa di quarantene e casi covid che hanno colpito i lavoratori, e qualche imprenditore. Si tratta del 15% circa dei pubblici esercizi. Il 4%, 600, stimiamo abbia dovuto chiudere temporaneamente per gli stessi motivi. Negli ultimi 20 giorni ci risulta anche un calo di consumi importante, per esempio della semplice tazzina del caffè, con 30% in meno di consumi rispetto alla media. Questo per un mix di fattori, dalla paura di entrare nei locali all’aumento dello smart working fino ai contagi”.