Oggi il sistema previdenziale italiano prevede diverse tipologie di pensioni, a seconda del lavoro svolto. Ad esempio, per chi nella vita si è dedicato all’agricoltura, il calcolo ha la particolarità di essere determinato di giorno. E in molti casi, puoi anche uscire prima utilizzando una varietà di opzioni e finestre.
Quanti anni di contributi alla pensione agricola?
La pensione agricola è dovuta per almeno 20 anni di contribuzione all’età di 67 anni per uomini e donne, salvo casi particolari:
– persone con disabilità con grado di invalidità pari o superiore all’80%, che possono andare in pensione dall’età di 55 anni per le donne e dai 60 anni per gli uomini;
– I ciechi, in stato di cecità assoluta o con residuo visivo non superiore a un decimo in entrambi gli occhi, per i quali l’età pensionabile è fissata in 50 anni per le donne e 55 anni per gli uomini. Il tutto con almeno 10 anni di esperienza.
15 anni di trattenute sono sufficienti per i lavoratori agricoli con trattenute antecedenti al 1993 (riforma Amato) a condizione che:
- contributi cumulati per 15 anni al 31 dicembre 1992;
- al 31 dicembre 1992, sono eleggibili alla prosecuzione volontaria anche se a tale data non hanno effettuato pagamenti.
- In ogni caso, l’importo delle cure deve essere almeno 1,5 volte l’importo annuo della prestazione sociale INPS (702,15 euro al mese nel 2022).
- L’unica eccezione è quando di compie 71 anni, quando, tra l’altro, puoi andare in pensione con 5 anni di servizio, cessando di essere lavoratore dipendente.
Come vengono calcolati i contributi agricoli?
La quota dei lavoratori del settore agricolo, come per le altre categorie di lavoratori, rispetto alle retribuzioni corrisposte, tenuto conto del minimo giornaliero, che è fissato a 49,91 euro nel 2022, è un importo corrispondente al 9,5% dell’importo di la pensione minima mensile F.P.L.D. valido dal 1 gennaio 2022 (€ 525,38).
L’aliquota contributiva per il personale agricolo non amministrativo assegnato al fondo pensione è del 29,70%, di cui l’8,84% è a carico del lavoratore. Nel caso in cui la retribuzione superi i 48.279 euro (il limite fissato per il 2022 è di 4.023 euro lordi mensili), il lavoratore percepisce una tariffa maggiorata di un punto, che però non comporta un aumento della pensione, ma anzi è solidarietà.
Per i lavoratori senza precedenti assicurativi al 31 dicembre 1995, iscritti dopo il 1 gennaio 1996 a piani pensionistici obbligatori, nel 2022 è previsto un limite massimo annuo contributivo e pensionistico di 105.014 euro. Oltre tale limite di reddito non vengono corrisposti contributi.