Addio a Eugenio Scalfari, il fondatore di Repubblica: Ci dice addio a 98 anni con la sua penna delicata ma allo stesso tempo forte e decisa

Di Valentina Ambrosetti 3 minuti di lettura

Non  giunto a festeggiare il secolo, ma i suoi articoli lo renderanno eterno, almeno per chi il giornalismo lo ha amato. Un saluto ad uomo che ha fatto la storia del giornalismo raccontando con sagacia e forza pagine di storia del Belpaese 

E’ morto Eugenio Scalfari e a comunicarlo al mondo la sua creatura ‘Repubblica’, il quotidiano da lui fondato nel 1976. Si è spenso a 98 anni una bella persona ma soprattutto un innovatore ed un uomo capace di raccontare con la sua penna, investigando  ed analizzando, importanti momenti di crisi della politica come i casi Sifar, Enimont, Tangentopoli realizzando memorabili interviste e inchieste.  Per chi vorrà salutare un uomo che ha contribuito a raccontare l’Italia sarà  allestita la camera ardente domani in Campidoglio nella Sala della Protomoteca, con l’apertura dalle ore 16 alle ore 19.

Nato a Civitavecchia il 6 aprile 1924, dopo aver iniziato gli studi al Liceo Mamiani di Roma, Scalfari si trasferì con la sua famiglia a Sanremo essendo il papà  direttore artistico del Casinò. Frequentò il liceo classico ‘G.D. Cassini’ dove ebbe come compagno di banco il futuro scrittore Italo Calvino. Il destino li fece incontrare e si influenzarono l’un l’altro scrivendo ognuno a suo modo pagine che hanno fatto la storia del nostro Paese. Nel 1950 Scalfari iniziò la carriera giornalistica come collaboratore de “Il Mondo” di Mario Pannunzio e de “L’Europeo” di Arrigo Benedetti.. “La Repubblica” non è stata la sua unica creatura, fondò prima il settimanale “L’Espresso” e fu anche uno scrittore capace di spaziare dal saggio al romanzo, politico con radici azioniste, radicali e socialiste e intellettuale liberaldemocratico di spicco. Tra le sue pubblicazioni: “L’autunno della Repubblica” (1969); “Interviste ai potenti” (1979); “Come andremo a incominciare?” (in collaborazione con Enzo Biagi, 1981); “L’anno di Craxi” (1984); “La sera andavamo in via Veneto. Storia di un gruppo dal “Mondo” alla “Repubblica”” (1986); “Incontro con io” (1994); “Alla ricerca della morale perduta” (1995); “Per l’alto mare aperto” (2010); “Scuote l’anima mia Eros” (2011); “L’amore, la sfida, il destino” (2013).

Con lui non muore solo un direttore capace ma soprattutto  il fondatore del nuovo giornalismo italiano ed un intellettuale onesto e deciso.

Condividi questo articolo
Exit mobile version