Il 30 giugno scadrà il blocco licenziamenti. Seicentomila sono i lavoratori che rischiano il licenziamenti.
Le previsioni dicono che ad essere a rischio più alto di licenziamento sono i lavoratori del settore tessile, delle automobili e dei servizi. Il 30 giugno 2021 il blocco licenziamenti terminerà e dal 1 luglio per numerosi lavoratori inizia un periodo ad altissimo rischio. Nel settore automobilistico in particolare a partire dall’autunno ci saranno importanti cambiamenti nel settore vendite che produrranno tagli in tutta la filiera. Secondo le ultime stime di Banca d’Italia e del Ministero del Lavoro, sono a rischio almeno 477.000 lavoratori, numero destinato però ad aumentare fino a 600 mila lavoratori. L’incremento dovrebbe esserci 1 ottobre, la data in cui dovrebbero avvenire i licenziamenti nelle piccole e medie imprese e nel settore terziario.
Non è stata approvata la proroga che allargava la forbice del blocco licenziamenti fino al 28 agosto, voluta dal ministro Andrea Orlando. Dal 1° luglio quindi le restrizioni legate al Covid-19 per le aziende manifatturiere e di costruzioni cesseranno e quindi sarà possibile avviare le riduzioni del personale. Tuttavia, le aziende che stanno ancora lottando per la sopravvivenza potranno tornare e accedere alla cassa integrazione ordinaria o straordinaria, senza pagare i contributi addizionali fino al 31 dicembre. Per queste aziende il divieto di licenziamento sarà prorogato per tutto il periodo della cig.
600.000 persone sono quindi a rischio. Ma la pandemia non è l’unica causa di questi licenziamenti , dai calcoli emerge infatti che sono solo 200 mila le persone che perderanno il lavoro a causa della crisi generata dalle chiusure del covid.
Sarebbero state comunque licenziate, indipendentemente dalla pandemia, 240 mila persone delle imprese del comparto privato non agricolo e ulteriori 120.000 nel 2021.
Per quanto riguarda i settori a maggior rischio, oltre al tessile e all’automobile, ci sono i servizi. L’edilizia sembra in fase di ripresa. . Le industrie meccaniche, chimiche e alimentari sono nettamente più forti e si stanno già riprendendo. Questo 2021 vedrà però no pochi cambiamenti e il mercato del lavoro ne uscirà radicalmente modificato.