A quanti anni si può fare un tatuaggio e quando serve il consenso dei genitori

Di Redazione FinanzaNews24 2 minuti di lettura
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(Money.it) La legge, in particolare la circolare del 5 febbraio 1998 n. 2.9/156, impone ai tatuatori la frequentazione e il superamento dei corsi professionali obbligatori, mentre il ministero della Sanità prevede specifiche linee guida igienico-sanitarie, recepite poi dalle Asl locali che riguardano gli studi e le procedure.

È poi convinzione comune che la legge stabilisca anche un’età minima per poter fare dei tatuaggi, quando in realtà non è esiste una vera e propria norma dedicata a questo aspetto. Le regole sono comunque ricavabili indirettamente dalle disposizioni riguardo ai contratti, mentre i limiti sono posti – eventualmente – dalle singole Regioni.

Per capire a quanti anni si può fare un tatuaggio, dunque, bisogna affrontare questi diversi elementi.

A quanti anni si può fare un tatuaggio

Più che chiedersi a quanti anni si può fare un tatuaggio, sarebbe opportuno domandarsi a quanti anni si possa prendere questa scelta in modo consapevole e autonomo. Ovviamente, la necessità della legge è quella di porre dei parametri fissi, che non possono tenere conto delle caratteristiche particolari di ognuno.

Come è risaputo, la legge italiana fissa al compimento dei 18 anni l’indipendenza completa e la libertà di scelta. Tecnicamente, l’articolo 2 del Codice civile stabilisce che con la maggiore età si acquista la capacità di compiere tutti gli atti per cui non sia prevista un’età diversa. Sempre dai 18 anni in su, quindi, è possibile e legittimo concludere un contratto.

Da queste norme, deriva la semplice conclusione che solo al compimento dei 18 anni è possibile fare un tatuaggio, compiendo la scelta da soli e contrattando con il tatuatore in auton


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