Il Premio Nobel per la Pace 2021 è stato assegnato ai giornalisti Maria Ressa e Dmitry Muratov. Lo ha annunciato Berit Reiss-Andersen, presidente del Comitato per il Nobel.
Ressa e Muratov sono stati insigniti del Premio Nobel per i loro sforzi in difesa della libertà di espressione, che è una precondizione per la democrazia e una pace duratura, spiega il Comitato sul suo account Twitter ufficiale. Il Cremlino “si è congratulato” con Muratov. “Ha sempre lavorato secondo i suoi ideali, si è dedicato a loro, ha talento e coraggio”.
Negli ultimi mesi la Russia ha approvato altre leggi e regolamenti che limitano fortemente il lavoro dei giornalisti freelance. Giornali come Meduza, Proekt, Dozhd TV, IStories, Open Media, Insider, VTimes sono stati dichiarati agenti stranieri o indesiderati, “sempre senza spiegazioni”, ha affermato il direttore dell’Unione dei giornalisti Vladimir Soloviev. Inoltre, singoli giornalisti sono stati dichiarati “agenti stranieri”. L’espressione “professione vietata” è un hashtag virale utilizzato per riferirsi al giornalismo. “Professione proibita”.
Dal 1901 sono stati assegnati 102 premi Nobel per la pace. Da allora, 17 donne hanno ricevuto il Premio Nobel per la pace e 25 organizzazioni sono state premiate. La storia presentava anche un vincitore che ha rifiutato, il vietnamita Le Duc Tou.
“Non ci posso credere. Questo è per coloro che sono morti difendendo il diritto alla libertà di espressione”, ha detto Muratov dopo l’annuncio. Muratov ha poi dedicato il premio a sei giornalisti e dipendenti di giornali assassinati dal 2000. Anna Politkovskaya (2006), Igor Domnikov (2000) e Yuri Shchekochikhin (2003), oltre a Natalia Estemirova (2009), Anastasia Baburova.
Al momento, il giornalismo è represso in Russia. Cercheremo di aiutare le persone che vengono chiamate “agenti stranieri” che vengono attaccate e costrette a lasciare il Paese”, ha sottolineato.
In seguito, il giornalista ha annunciato che avrebbe donato parte del premio alla Circle of Kindness Foundation per aiutare i bambini affetti da malattie gravi e rare.
I suoi giornalisti sono sempre stati al primo posto. In un’intervista con Politico nel 2017, ha detto: “Sarebbe meglio se ci chiudessero invece di uccidere tutte queste persone. Per alcuni chiudere il giornale sarebbe un disastro. Ma non per me. Fanculo tutto. … Sarebbe meglio per me se tutte queste persone fossero ancora vive. Ma per noi è stata scelta una strada diversa. omicidio”.