(Money.it) Assai varie possono essere le ragioni per le quali assumere una colf o badante: pensiamo ad esempio alla necessità di accudire una persona anziana e non autosufficiente oppure agli impegni quotidiani di lavoro – e non solo – che impongono la presenza di qualcuno all’interno dell’abitazione, con l’incarico di compiere le attività domestiche quotidiane.
Il punto qui è capire se, con l’assunzione di un assistente domestico, tra i vari adempimenti da porre in essere vi sia anche quello relativo alla busta paga. Vero è che il rapporto di lavoro delle colf e delle badanti – rispetto ad un normale rapporto di lavoro dipendente – è caratterizzato da più elasticità ma è vero che anch’esso – al pari della generalità dei rapporti di lavoro – deve essere caratterizzato da una serie di elementi obbligatori – pensiamo ad es. alla disciplina dell’orario di lavoro e delle ferie. Ebbene, tra essi, vi è anche la consegna della busta paga alla colf o badante?
Per rispondere a questa domanda, faremo riferimento al contratto collettivo nazionale di categoria, ovvero il testo chiave per tutto ciò che attiene alla disciplina del rapporto di lavoro di colf e badanti. Sussiste dunque un obbligo di consegnare la busta paga? E se sì, talvolta vi possono essere eccezioni? Scopriamolo insieme nel corso di questo articolo.
Busta paga: cos’è in breve
Inquadrando subito il contesto di riferimento, e in particolare a chi accinge a svolgere un lavoro di ambito domestico per la prima volta, ricordiamo in sintesi che la busta paga altro non è che un documento, predisposto dal datore di lavoro, in cui è indicato quanto percepito e trattenuto al lavoratore in un certo lasso di tempo (solitamente un mese), sulla scorta delle disposizioni del contratto collettivo nazionale di lavoro applicato.
Con quanto appena detto si può immediatamente capire perché la busta paga sia molto importante per il lavoratore o alla lavoratrice. Grazie ad essa è possibile infatti sapere che la somma liquidata al lavoratore corrisponde alla voce “netto in busta”, ovvero il risultato della differenza tra le competenze del lavoratore e le trattenute del mese di riferimento.
Più nel dettaglio, onde giungere al netto in busta paga si devono togliere dalla somma delle competenze – vale a dire dei componenti positivi – i contributi previdenziali o assistenziali, le imposte al netto delle detrazioni e le ulteriori trattenute in busta, come ad es.la cessione del quinto dovuta a un prestito.
Perché il lavoratore ha interesse a ricevere la busta paga?
Come si può agevolmente intuire da quanto abbiamo appena detto, la busta paga consiste in un documento utile a certificare la retribuzione e le ritenute fiscali, previdenziali ed assistenziali trattenute dal datore di lavoro per conto del dipendente. Attraverso la busta
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